JesterN: Fare Arte è un’esigenza, anche in lockdown

Abbiamo incontrato Alberto Novello riconosciuto artista d'avanguardia friulano durante questo periodo di quarantena

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In tema di isolamento casalingo approfittiamo per qualche chiacchiera virtuale con Alberto Novello, aka JesterN. Artista video, compositore, insegnante, una mente poliedrica di cui avremmo dovuto godere a Milano a fine febbraio per Inner Spaces, senza contare che ha dei pezzi nuovissimi in uscita.

Ciao Alberto, innanzitutto come possiamo definire il tuo lavoro, audiovisual composer? Raccontaci il tuo percorso, di come sei arrivato dall’insegnamento, al produrre a/v, al manipolare i laser…

Ciao, sì é sempre difficile definire/si, ultimamente audiovisual composer credo sia la formula che descrive meglio la mia produzione: creo visual analogici da zero (con circuiti e saldature su tubi catodici modificati e laser) ma non mi sento un VJ, e improvviso soundscapes con il mio synth modulare ma non mi definirei producer. Mi diverte creare entrambi dal vivo e simultaneamente, dallo stesso segnale, l’aspetto del tempo mi connette etimologicamente al comporre ma non in senso classico, con spartito o schemi, più in senso dinamico, nel flusso del presente. Come si evince, ho sempre cercato di seguire le mie inclinazioni più che delle categorie predefinite. Ho iniziato da piccolissimo giocando con un piano scordato da mia nonna, mia madre ha pensato di far cosa buona iscrivendomi al conservatorio di Udine dove però l’ambiente rigido e cupo ha ucciso per qualche anno il mio amore per la musica. Nell’adolescenza ho ricominciato a suonare, soprattutto il basso in diversi gruppi con influenze punk e nello stesso tempo mi sono laureato in fisica a Trieste. Ho avuto subito ben chiara l’esigenza di inventarmi una professione creativa (non sono proprio tipo da ufficio): avrei dovuto unire musica e fisica in qualche modo per lavorare con entrambe. Ho completato un master in Francia in sintesi sonora a Grenoble. Subito dopo ho iniziato a creare piccoli spettacoli multimediali ed a programmare per chiunque avesse bisogno (Philips, Auro Technologies per dirne due) la programmazione é la prostituzione dello scienziato moderno, e mi ha permesso di mantenermi nei periodi creativi. Nel 2011 fine ho chiuso il cerchio e il mio karma con i conservatori, completando il Master di Sonologia all’Aja, e successivamente ottenendo cattedra piena in Musica Elettronica al Conservatorio di Padova (in cui insegno da cinque anni). La mia missione é aiutare giovani compositori nel trovare la loro voce ed estatica, invece di imporgliela come avevano cercato di fare con me. E poi nei periodi liberi continuo a presentare i miei spettacoli soprattutto laser in giro per il mondo perché adoro viaggiare e vivere intensamente.

Restringiamo il campo alla tue composizioni audio, quali senti più rappresentative per chi vuole scoprire il tuo lavoro? Senti sempre l’esigenza di combinare più media insieme?

Non mi interessa la musica o l’arte commerciale, quindi fin da subito ho sentito l’esigenza di dover fornire al pubblico qualcosa a cui aggrapparsi durante uno spettacolo di musica a cui non sono abituati. Ho iniziato con visual digitali già dai primi anni del 2000 poi ho collaborato con altri musicisti acustici che comunque aggiungono un aspetto visivo allo spettacolo: come Tom Arthurs alla tromba, Paolo Pascolo al flauto, Flavio Zanuttini al flicorno, cercando di ibridare la musica elettronica con l’improvvisazione acustica. Questi dischi sono su Bandcamp e mescolano elementi classici a glitch, breakcore, elementi più elettronici. Ho composto anche musiche per coreografie di danza ed ho creato spettacoli per performer, per un lungo periodo sonorizzando e visualizzando le onde cerebrali tramite laser. 

Recentemente sono tornato alla parte più visiva ed astratta e cercando un impatto su più sensi simultaneamente, composizioni/improvvisazioni audiovisive analogiche. Per chi fosse interessato é appena uscito un mio disco per Elli Records, etichetta parigina su Bandcamp che credo sia un bel lavoro dei miei ultimi anni, realizzato interamente con synth modulare. E’ un’etichetta davvero interessante, consiglio di osservare anche gli altri nomi presenti. E poi invece se i lettori volessero vedere queste opere audiovisive ci sono frammenti ogni settimana sul mio Instagram oppure film completi su Vimeo.

Hai incrociato tantissimi artist* nelle varie declinazioni dei tuoi progetti. Chi ti ha impressionato particolarmente e saresti contento di suggerire a chi ci legge ?

Spazio in vari ambiti. Per la parte più improvvisazione/free jazz consiglio un gruppo con epicentro tra America e Olanda: The Young Mothers. Sono davvero bravissimi, mescolano ogni genere in modo originale dal Death Metal a psichedelia Caraibica.Nella parte più elettronica mi piace molto Tom Hall (sempre Elli Records) per la parte più techno Albert Van Abbe, amico di lunga data che ultimamente sta facendo delle grandi uscite. Per i noisari ovviamente Frascisco Lopez, stiamo per completare un album assieme che uscirà tra poco.

Saresti dovuto essere a Inner Spaces a fine febbraio prima dell’emergenza covid-19; hai partecipato a tantissimi festival quasi in tutto il mondo, quali sono quelli che ricordi con più piacere?

Adoro questo del mio lavoro: poter conoscere nuova gente, culture, piatti e bevande tipiche e fare festa in posti diversi. A volte le esperienze migliori sono quelle più piccole in cui stai a contatto con gente vera che ha scelto di presentarti al proprio pubblico, invece di posti grandi ed impersonali come il Centro Pompidou dove conosci solo i tecnici che ti seguono nella serata. Inner Spaces é speciale in questo senso, ho avuto il piacere di passare una serata con Padre Antonio Pileggi e gli altri padri di San Fedele a discutere le connessioni tra teologia e musica elettronica!!! Mi é dispiaciuto non poterci suonare, anche potenzialmente sembrava un’ottima serata, con molti biglietti già venduti, e il nuovo live degli amici Otolab che si basa sull’uso del laser in modo molto originale. Abbiamo in progetto comunque di recuperare la serata subito dopo il lockdown (tenete gli occhi aperti). Altri festival di cui mi ricordo con piacere sono il Seoul International Electronic Music Festival (adoro il kimchi), il DOM DOM di Hanoi, il Serralves em Festa a Porto, il MICA a Baltimore e l’Amsterdam Dance Event che anche se gigante é gestito da persone magnifiche. 

E comunque e sempre, perché mi sento a casa ed in famiglia, tutti i festival del Friuli: Dobia Arte Eventi, Forma ed Aeson. La scena Del FVG spacca sempre secondo me e non abbiamo niente da invidiare all’estero. 

Infine una domanda circa questo periodo di lockdown. Cosa fa Jestern in isolamento? 

Beh JesterN in isolamento diventa un super Friulano, e lavora ancora di più quindi ancora più: video, ancora più circuiti (sto creando un hardware relativamente economico per improvvisare con laser e computer / synth modulare), video lezioni per il conservatorio e le foto giornaliere del lockdown, che é un progetto divertente sull’assurdità della vita casalinga di coppia durante il Coronavirus di mia moglie Erin McKinney (erinmckinney.net) con cui speriamo di far sorridere un po’ gli amici e chi ci segue. Le foto sono su https://www.facebook.com/erin.mckinney.7739.

Cannibal Se-lecter