Tonylight “Lumanoide” (51Beats)

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Il mondo era senz’altro più semplice e felice quando finiti i compiti ci si estraniava in un mondo a 8bit con le sue forme squadrate, i movimenti a scatti e, soprattutto, la musica aliena. Un sintetico pop minimale ruba neuroni che, per povertà di mezzi (ma abbondanza di creatività), esprimeva una completa idea di futuro così radicale da influenzare più generazioni di produttori e musicisti.
Oggi la 8bit o chiptune è un genere musicale ben definito e i vecchi Gameboy e Commodore64 sono stati riconvertiti definitivamente in sintetizzatori. Anche i tracker, sequencer primordiali di atariana memoria, stanno godendo una seconda giovinezza.
Tonylight, al secolo Antonio Cavadini da Milano, è uno dei i principali protagonisti di questa scena figlia degli anni ’80; è infatti suo il progetto Micromilano hq all’interno di Micromusic.net. Come se non bastasse fa anche parte del mitico collettivo Otolab.
Tra arte visiva e produzione musicale, Antonio si esibisce in gallerie, musei e club, ma senza mai tradire il proprio spirito divulgatore e contemporaneamente incendiario.
Lumanoide viene pubblicato da un altro capo saldo dell’underground meneghino: la 51Beats.
Rispetto ai lavori precedenti realizzati usando i classici Gameboy, questo ultimo album è stato realizzato con un set up differente, grazie alle esperienze sulle macchine targate LEP (Laboratorio Elettronico Popolare) di cui è cofondatore. Altra peculiarità sta nella velocità di crociera impostata: 120 bpm in omaggio al Dj Marco Dionigi e alla “sua” slow motion.
Il sound è fresco (e chi ama il vino sa che il termine “fresco” è riferito al corretto grado di acidità), fisicamente godereccio come le notti anni ’90, mentalista.
Nove tracce per provare l’ebbrezza di vivere come Pac-Man: sempre in movimento dentro un labirinto buio inseguito da fantasmini colorati, cercando di mangiare quelle cosette che ai più maliziosi sembrano pasticche.

Federico Spadavecchia