Dal 16 settembre al 2 dicembre 2024 all’Auditorium San Fedele e nella Chiesa di San Fedele di Milano si svolge l’edizione autunnale di Inner_Spaces, la rassegna di musica elettronica e arti audiovisive dal 2012 punto di riferimento per la sperimentazione e la ricerca interdisciplinare. Sei nuovi appuntamenti dove figurano delle prime esecuzioni assolute, commissionate da San Fedele Musica: Laus Angelorum di Christian Fennesz, Requiem di Fauré-Corrado e Canone infinito extended di Lorenzo Senni, quest’ultima in coproduzione con il festival Linecheck.
Alcuni protagonisti imprescindibili della musica elettronica presentano dal vivo progetti inediti o di recente pubblicazione, quali Drew McDowall (Psychic TV, Coil), Kevin Richard Martin (The Bug) e Shackleton, insieme a nomi sempre più affermati nel panorama internazionale, come Huerco S., o in rapida ascesa, tra cui Nadia Struiwigh, Lisa Morgenstern e Wata Igarashi, senza dimenticare le pioniere del genere (Èliane Radigue).
Il tema del programma autunnale trae ispirazione dal procedimento pittorico del chiaroscuro: oltre al significato tecnico nelle arti visive come gioco di variazioni di luminosità e proiezioni d’ombra per dare rilievo a un’immagine, è anche il termine per definire il risalto che si vuole dare nell’esecuzione di opere musicali ad alcune sezioni mediante un opportuno contrasto di toni, timbri armonici. Si tratta dunque di un artificio che mette in evidenza l’esistenza della dimensione simbolico-coloristica nella percezione sonora.
In alcuni eventi della nuova stagione di Inner_Spaces la componente chiaroscurale viene impiegata nella giustapposizione di elementi opposti (generi musicali, fonti sonore). In altri, nella presenza di tonalità contrastanti tra le due parti della serata a tema, talvolta in termini di passaggio graduale dall’ombra alla luce e viceversa. Infine, il chiaroscuro può assumere un’accezione di ordine metaforico, di rappresentazione di realtà simboliche contrapposte, come il buio e la luce, la vita e la morte.
Il concerto inaugurale, lunedì 16 settembre, affianca due versanti ben distinti di matrice ambient con due giovani artisti ormai affermati nella scena internazionale. L’olandese Nadia Struiwigh, al sintetizzatore modulare, si sofferma su paesaggi onirici e sintetici, riprendendo il materiale musicale del suo ben accolto LP Birds Of Paradise. Costruito su elementi introspettivi, il discorso musicale del suo live si muove su un percorso in cui affiora un’articolazione sonora ricca di sfumature, con un flusso narrativo che conduce in spazi acustici differenziati e in un’esperienza di ascolto coinvolgente.
La parabola artistica di Brian Leeds, Huerco S., è invece più coesa, anche se generalmente a cavallo tra due generi: da una parte, l’ambient minimale statica e rarefatta, dall’altra l’uso di una tavolozza ritmica, reduce da approcci house e volteggi IDM, ma trasfigurati come in una prospettiva simbolica. Proprio attorno a questa tensione irrisolta, l’ambivalenza diventa il nodo del dilemma creativo di Huerco S.
La serata speciale del 30 settembre nella Chiesa di San Fedele vede il ritorno di Christian Fennesz a Milano, figura emblematica nella storia recente della musica elettronica e anche riferimento costante nella programmazione di Inner_Spaces. Il musicista viennese presenta un live set commissionato da San Fedele Musica sulla tematica specifica degli angeli custodi, in riferimento al film di Wim Wenders Il cielo sopra Berlino. Riprendendo le parole del regista tedesco riguardo alla genesi del film: “Riflettevo su come in questa città convivano, si sovrappongano i mondi del presente e del passato, immagini doppie nel tempo e nello spazio, a cui venivano ad affiancarsi ricordi d’infanzia, di angeli in veste di osservatori onnipresenti e invisibili”. Ma soprattutto, in riferimento alla concezione architettonica delle chiese barocche, come la chiesa di San Fedele, popolate da numerosi angeli scolpiti e dipinti in diversi punti per significare la presenza delle creature spirituali che partecipano alla lode di Dio delle celebrazioni liturgiche insieme ai fedeli e per sottolineare la visione barocca dell’unione tra cielo e terra nello spazio sacro.
Introduce la serata un solo organistico dal titolo Laus Angelorum composto da Ars Discantica (Massimo Colombo, Antonio Pileggi) con Alessandro La Ciacera all’organo meccanico Tamburini e live electronics. Un continuum in progressione verso il registro acuto, con accordi a sette note in lenta evoluzione, corredato da interventi elettronici di spazializzazione quadrifonica.
L’artista scozzese residente a New York Drew McDowall, il 14 ottobre, porta una versione live del suo nuovo album A Thread, Silvered and Trembling, in cui prevale il timbro oscuro e l’atmosfera crepuscolare. Sonorità arcaiche e toni modali provenienti da registrazioni di un ensemble strumentale (violino, viola, violoncello, arpa e corno) si fondono con interventi soffusi e tenui dell’elettronica, sorta di trasformazione quasi impercettibile del timbro che conduce dall’acustica all’elettronica. Ne risulta una stratificazione ambient suggestiva, a volte cupa ed evocativa delle antiche saghe nordiche, altre volte aprendo scorci luminosi appena accennati. Per il musicista quest’opera rappresenta nell’arco della sua produzione, una transizione, una sorta di “incantesimo per fare una pausa e inaugurare un nuovo inizio”.
La prima parte comporta un registro sonoro più luminoso ed etereo e offre l’occasione di scoprire Wata Igarashi, un musicista giapponese molto apprezzato nei grandi festival internazionali per i suoi dj set ma raramente presente sulla scena italiana. A San Fedele espone i frutti della sua delicata e seducente produzione nel settore dell’ambient sperimentale. Estrema finezza nell’uso dei suoni sintetici, con timbri e pennellate che riecheggiano la leggerezza delle stampe giapponesi ma anche con apporti ironici provenienti dal jazz e dal soul.
Una grande meditazione sulla morte e sulla vita impernia il programma del 4 novembre. Requiem (35’ ca), il nuovo lavoro composto da Pasquale Corrado per voce, ensemble, sintetizzatori ed elettronica, è eseguito in prima assoluta dal Syntax Ensemble, composto da nove musicisti, e diretto dallo stesso autore. Si tratta di una rielaborazione di un capolavoro della storia della musica, il Requiem che Gabriel Fauré scrisse nel 1886 in memoria del padre. Il brano segue le orme del Requiem di Fauré ricalcandone i contorni e perdendosi nella suggestione dei momenti peculiari. La partitura di Corrado si articola nello stesso numero di sezioni del Requiem di Fauré ma con durate differenti. Le figure gestuali ed articolative del Requiem, sia vocali che strumentali, riecheggiano all’interno della scrittura filtrate da processi che ne evidenziano tessiture timbriche, progressioni armoniche, pulsazioni ritmiche e densità di colori. Il mistero della morte è contemplato alla luce della speranza cristiana, in una forma musicale che segue la preghiera liturgica per i defunti. Nel Requiem di Fauré è assente ogni violenza e ogni contrasto; in esso prevale un sentimento di rassegnazione e di abbandono, a volte si potrebbe addirittura dire un desiderio di assenza e di silenzio, infatti Fauré ha centrato il suo Requiem sull’idea dell’eterno riposo. Il suo lavoro comincia e finisce con la parola requiem, che è d’altronde messa nel massimo rilievo ogni volta che ricorre nel testo. Decisamente lirico è tutto il Requiem, di un lirismo sommesso e intimo, che rifugge da ogni esteriore amplificazione sonora, ed è invece animato da una profonda melanconia. La raffinatezza delle tinte, la sobrietà del canto, l’eleganza dell’esposizione, la discrezione del porgere non nascondono nel Requiem dì Fauré la solitudine amara di chi ha preso coscienza della sconsolata impotenza dell’uomo e ne esprime una dolente, equilibrata accettazione.
Nella seconda parte, il britannico Shackleton, residente a Berlino, torna dopo due anni al San Fedele questa volta in compagnia del musicista Takumi Motokawa alle percussioni per un nuovissimo lavoro in uscita a ottobre. Il mondo sonoro di Shackleton fa pensare a viaggi notturni, alle ore crepuscolari o alle prime ore dell’alba quando la luce è soffusa, tenue e ancora non permette di distinguere bene i contorni, in cui appaiono visioni musicali suggestive, oniriche, a volte familiari a volte inquietanti, con immagini di tempi antichi che riemergono nella penombra. La spazializzazione della musica di Shackleton con il sistema audio di San Fedele è particolarmente efficace vista la tendenza dell’artista a procedere mediante una composizione stratificata degli elementi con diversi piani sonori sovrapposti. In generale, emergono in primo piano elementi melodici o di voce parlata o sussurrata ed elementi ritmici spesso in poliritmia, e in secondo e in terzo piano altri elementi che possono essere risonanze o elementi evocativi, come ad esempio frammenti frapposti, che stanno in mezzo, nelle pieghe di un ampio tessuto. In uno spazio acusmatico come questo, la ricchezza dei differenti piani sonori della musica di Shackleton invece di essere compattata e compressa viene al contrario dispiegata, allargata, amplificata e manifestata in tutta la sua poliedricità.
Martedì 19 novembre, insieme al festival Linecheck per il suo evento di apertura, viene proposta in anteprima una nuova opera commissionata a Lorenzo Senni: Canone infinito extended. Senni riprende il materiale del singolo brano Canone infinito, apparso nell’ultimo LP Scacco Matto pubblicato da Warp, per svilupparlo in un ampio live set. La struggente melodia iniziale poggia su un’illusione percettiva in cui l’armonia sottostante si muove e sembra trovare un punto di riposo, ma viene invece costantemente riavviata creando un circolo suggestivo di tensione armonica arricchita da un intreccio melodico in contrappunto con un alto grado di coinvolgimento emotivo. Musica che dialoga in modo efficace con la dimensione degli affetti e dei sentimenti attraverso l’utilizzo del registro melodico e della raffinatezza dei timbri colorati dei suoni sintetici.
L’introduzione all’opera inedita di Senni, in netto contrasto con essa, vede un ammirevole monocromo sonoro di Éliane Radigue. Si tratta del secondo brano estratto da Triptych del 1978, composto inizialmente per una coreografia di Douglas Dunn, ma alla fine è stato creato nella sua veste puramente musicale. Un continuum di 25 minuti caratterizzato da un semplice movimento circolare della frequenza in vibrazione, ripetuto a spirale in un missaggio che a ogni ritorno mette in luce una gradazione differente, giocando soprattutto in ampiezza.
L’ultima serata, lunedì 2 dicembre, regala la presenza eccezionale di Kevin Richard Martin, meglio noto con il nome The Bug, per l’esecuzione del suo ultimo album da solista, Black. Un lavoro intenso che omaggia Amy Winehouse, tragicamente scomparsa nel 2011, come un “tombeau” di barocca memoria, opera dedicata alla morte di un personaggio defunto. Domina la composizione la ripresa del materiale sonoro della canzone Back to Black pubblicata dalla cantante britannica nel 2007. Kevin Martin presenta il progetto come una meditazione sull’evanescenza, sul mistero del vuoto lasciato dalla scomparsa tragica dell’artista. Rimane l’emozione evocatrice provocata dai fantasmi sonori che ritracciano in filigrana la carcassa di Back to Black, come scrive l’autore: “Stati d’animo frammentati e droni ipnotici si fondono insieme, mentre il suo incanto circolare va alla deriva, fluttuando in un vuoto infinito… dove l’originale rimane solo nello spirito”. Continua il musicista con queste parole pregnanti: “Se n’è andata troppo presto, se n’è andata troppo giovane, una voce stanca del mondo, trascinata in una spirale discendente, Amy Winehouse sembrava intrappolata nella sua discesa autodistruttiva… L’album è un trattato sulla mancanza d’amore, sulla tragedia e sulla perdita, che fa eco all’assenza di una rete di sostegno essenziale durante una tale caduta libera. Ho lavorato a questa idea per più di un anno, le lentissime immagini oniriche rimangono tanto sfocate e impressionistiche quanto ripetitive e inquietanti… Un angoscioso cocktail di jazz spettrale, drone shoegaze e ambient riverberato”.
Come effetto del più grande chiaroscuro della stagione, nella prima parte Lisa Morgenstern si esibisce al pianoforte, ai synth, alla voce e al live electronics in una intensa e suggestiva performance. L’immediatezza espressiva dall’artista bulgaro-tedesca fa emergere l’esuberanza di un inno alla vita e la giubilazione nell’atto di fare musica. La sua arte fonde la formazione classica con un approccio contemporaneo all’elettronica e al songwriting. Figlia di due musicisti orchestrali, Morgenstern è stata coinvolta dalla musica fin da piccola e ha mostrato una naturale affinità con il pianoforte. Si è anche formata da adolescente come ballerina professionista, cosa che ha dato alla sua musica un’eleganza e un portamento unici. La sua musica è caratterizzata da un approccio che riflette un sentore nostalgico di movenza romantica e da uno stile di performance intensamente emotivo.
Biglietti in biglietteria e in prevendita online su webtic “San Fedele Milano”
#1#2 #3 #4: 21€ intero (prevendita +1€), 17€ studenti (unicamente in biglietteria)
#5 #6: 23€ intero (prevendita +1€), 19€ studenti (unicamente in biglietteria)
Abbonamenti
È possibile acquistare l’abbonamento dell’intera stagione autunnale di Inner_Spaces, usufruendo della tariffa scontata di 99€ anziché 130€ e senza spese di prevendita con posto in platea. L’abbonamento può essere acquistato online al link https://www.centrosanfedele.net/eshop/concerti-csf oppure in biglietteria (via Hoepli 3/b 20121 Milano, orari Lunedì-Venerdì dalle 10 alle 16, tel 02 86352231).
Info e prevendite
Auditorium lun-ven 10 – 16
Milano, via Hoepli 3/b –M1 / M3 Duomo
tel. 02.86352231 – www.sanfedele.net https://www.innerspaces.it/
Comunicato stampa