Matt Thibideau “The Tape Project” (Eclipsemusic)

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Ritorno alle origini per la Eclipsemusic di Torino, che con questa nuova release riporta in auge le sonorità che ne hanno caratterizzato il percorso fino alle ultime svolte più eclettiche in direzione ambient, industrial e jazz.
Matt Thibideau viene da Toronto e aveva già collaborato con l’etichetta di Francesco Stella nel 2011, pubblicando tre viaggi oscuri e profondi racchiusi nel Night Drive EP.
The Tape Project prende le mosse dall’idea di realizzare un album alla vecchia maniera, basandosi cioè solamente su strumentazioni analogiche evitando di proposito l’approccio visivo della produzione al computer, preferendo lasciare totale controllo alle orecchie.
Armato quindi di sistema modulare Eurorack, Roland Tr 808, e altri synth vintage il Canadese riversa le sequenze direttamente su nastro per una compressione più calda e salvaguardarne la spontaneità.
Il mastering è affidato a un altro compagno di label, Emanuele Pertoldi meglio noto come S/EXP.
Il risultato di questo lavoro artigianale d’altri tempi sono sette tracce dal sapore classico dubtech nel segno dei grandi maestri da Maurizio a Rod Modell.
L’incipit di Artificial è un’inquadratura sfocata su ricordi in chiaro-scuro che la mente cerca di riordinare cercando di non farsi portare al largo dai dettagli.
Circle of Time
percuote ciclicamente l’acqua per affogare nell’inconscio. Cold waves, a dispetto del titolo, è un battito caldo dalle melodie tenui ma lievemente increspate, da ballare al tramonto fino a quando il sole non è scomparso del tutto all’orizzonte.
Flood rush è fisica, si avverte il vibrare dei corpi al verbo del subwoofer, per poi ritrovare la serenità interiore sull’ambient placida di Poly Holds.
The Thaw turba, pulsa nel buio dei riverberi come se si potesse anadare avanti all’infinito arrivando al punto di non avere più memoria di quando e dove si è partiti.
L’ultima dose di andrenalina la inietta Volcanic, smarrimento lucido dei sensi.
Difficile oggi aggiungere qualcosa di davvero nuovo e rilevante in ambito dub techno e ambient, i generi sono infatti pressoché saturi e sviscerati sotto tutti gli aspetti possibili. L’unica chance che rimane è una ricerca estetica ed emozionale che potremmo definire neoclassica, scolpendo suoni di armonia aristotelica intrisi di epica e passione. Consigliato.

Federico Spadavecchia

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