‘Tomorrow in Bologna, with one of the best line-ups I’ve seen in years.’
Cosí Perc commentava, il giorno prima dell’evento, la sua partecipazione a 502 Bad Gateway.
Della parola di Perc, uno che di line-up ne ha viste e sentite, bisogna fidarsi. 502 Bad Gateway è stato l’evento voluto ed organizzato dai ragazzi del TimeShift di Bologna a coronazione di una esaltante stagione di appuntamenti mensili che hanno portato in città un gran numero di nomi eccellenti, da Silent Servant ad Ancient Methods, da Broken English Club ad Eschaton, nomi che altrimenti nessuno avrebbe avuto la lucidità ed il coraggio di proporre nella Bologna di oggi, una città che troppo spesso da diverso di tempo ama giocare al ribasso e vivere con il fiato corto. Soprattutto per chi parla e mangia techno, il line-up di 502 Bad Gateway era in effetti da sogno, dodici ore (e passa) di pezzi da novanta, e come da tradizione TimeShift, molto attento al formato live, oltre ai classici dj set.
Iniziamo la serata proprio con un live sul palco esterno, all’aperto, essenziale, oscuro e affascinante come un palco ad un rave illegale. Il live è quello di Voiski, dopo essere arrivati in tempo per ascoltare anche l’ultima mezz’ora del set di Marco Shuttle, astratto ed avvolgente come sempre. Voiski inizia e marcia in modo scintillante, poi il groove gli si intoppa. Una buona scusa per andare nel palco interno al Link, dove Poison Affair e Deformation Boolėenne, stanno già macinando techno pesa, forse un pelo troppo pesa, visto che siamo solo ad inizio serata.
Ma a seguire Sameul Kerridge fa piazza pulita di tutto: il suo live – qui con lo show di Fatal Light Attraction, una delle sue produzioni live che più apprezzo e che non a caso porta ancora in giro ormai da due anni esatti, a riprova della estrema attualità dei contenuti – è costituito da brandelli di ritmo spezzato, con possenti inserti noise. Solo nella seconda parte traccia un solco ritmico, micidiale e violento.
Neanche il tempo di respirare che attacca Mpia3, alias Tom Russell, alias Truss, in una delle sue non frequenti apparizioni con questo progetto che è uno dei suoi più puramente techno. Ed è esattamente quello che riceviamo, techno di grandissima fattura. A seguire, il motivo per cui molti sono qui stasera: i British Murder Boys, due veri masters della techno: Surgeon e Regis. Surgeon non alzerà lo sguardo una sola volta dal suo modulare, mente Regis ha invece uno sguardo surreale con cui fissa continuamente il pubblico e lo blandisce con interventi vocali estranianti: sotto, un possente tsumani di ritmiche e suoni monumentali ci sommerge e ci scorre dentro. Un’ora di abbandono totale. Sta a Paula Temple avere il fegato di prendersi cura di noi dopo avere visto la luce con i BMB, riuscendoci peraltro con estrema facilità, grazie alla sua grande abilità di pompare techno potente con grande dimanica, originalità e tecnica. Difficile staccarsi dalla Temple, ma all’esterno Dj Stingray sta suonando electro spaziale con la padronanza e la sapienza che solo Stingray può offrire. Commovente.
Gran botta finale nel palco interno con Perc che con l’entusiasmo e la benevolenza di un fratello maggiore attacca la sua marcia di devastazione finale. Dopo pochi minuti, il sole è già alto, cosi come il morale: questa è stata una gran bella festa techno.
A Medeo