Dopo 365 giorni passati a esplorare 18 festival in 8 Paesi diversi ecco il nostro bilancio 2015:
10. Club To Club (Torino, IT)
Il festival di musica elettronica di maggior tradizione nel nostro Paese è un appuntamento fisso per tutti gli appassionati. Dopo 15 edizioni ha conquistato anche l’attenzione europea per la cura della programmazione, vera istantanea della scena.
Se solo il Lingotto non apparisse così spoglio (soprattutto ora che finalmente c’è la sala gialla!) non lo fermerebbe più nessuno.
9. Weather Festival (Parigi, FR)
La Francia che non ti aspetti, meno modaiola e più di sostanza, tira fuori dal cilindro la risposta ad Awakenings e centra l’obiettivo grazie a una sala dedicata esclusivamente alle performance coi modulari.
8. Terraforma (Milano, IT)
Appena alla seconda edizione e Villa Arconati è già un punto di riferimento dell’elettronica colta.
Un progetto solido che da voce al sottobosco e ai suoi interpreti. Ci toglieremo parecchie soddisfazioni ma va risolto il problema della pioggia che quest’anno ha rischiato di fare altrettanti danni.
7. Dancity (Foligno, IT)/Flussi (Avellino, IT)
Le migliori certezze per la musica elettronica in Italia vengono dalla provincia. Lontano dall’hype e dalla corsa all’oro, Foligno e Avellino portano nel nostro Paese una ventata di fresca passione: nomi di alto livello, locations suggestive e tanta voglia di fare festa con un lavoro straordinario di divulgazione culturale. Chapeau!
6. Unsound (Krakow, PL)
Partita con i migliori propositi concettuali e organizzativi, l’edizione 2015 di Unsound ci lascia con più dubbi che certezze (dov’è finita la fantasia nel selezionare gli artisti?), perchè in questa sfida ha vinto l’hype. Il pubblico non ha scelto di riporre fiducia nel festival valutando le capacità della direzione artistica esibite negli anni, ma ha premiato il nome di un evento giudicato figo a prescindere, venduto come qualcosa di imperdibile. Il fitto mercato di biglietti e pass durante il festival dimostra proprio che la gente non aspettava altro di vedere svelate le sorprese nella speranza di un nome congeniale ai propri gusti. L’affluenza del 2014 è lontanissima per quantità e qualità. Qualcuno sostiene che quella di quest’anno sia stata una fase transitoria, utile a tirare il fiato e resettare alcuni aspetti, vedremo, intanto torniamo a guardarci attorno cercando di scoprire nuovi paradisi incontaminati.
5. Club Trasmediale (Berlin, DE)
La CTM 2015 si chiude tra alti e bassi con molti spunti su cui riflettere, troppi infatti sono stati i passi falsi sia artistici (lineup scricchiolanti) che organizzativi (costi, timeschedules che han lasciato il sabato desolante) rispetto alle ultime due edizioni, e una manifestazione d’eccellenza come questa non se li può permettere.
4. Heart Of Noise (Innsbruck, A)
Innsbruck è il cuore del Tirolo, una cittadina di neanche 125.000 abitanti che peró riesce a sfoderare un festival degno di una capitale europea ed a sostenerlo con prezzi molto popolari. Ma, soprattutto, mettendo insieme delle line-up ricercate e coerenti, senza alcun cedimento ai soliti nomi che stancamente si ritrovano in quasi tutti quei festival che contano. Mettiamoci anche che qui nessuno passa il tempo a farsi selfie ed a pubblicarli su Facebook (tipo Sonar), e la cosa diventa molto seria.
3. Atonal (Berlin, DE)
L’Atonal quest’anno avrebbe potuto conquistare la vetta, ma ha esitato a fare quel piccolo passo in più intimorito dalla sua stessa forza cedendo in parte alla tentazione, paradossale per un evento del genere, di ripercorrere sentieri già battuti (rispecchiando in ogni caso lo stato di saturazione della scena techno industrial). La risposta del pubblico però è stata ampiamente superiore ad ogni più rosea previsione; questo è il risultato migliore su cui rincominciare a lavorare per il prossimo anno senza timore di avventurarsi verso l’ignoto.
2. Presences Electronique (Paris, FR)
Immaginate tre giorni di concerti di musica d’avanguardia in auditorium avveneristici, dove maestri della sperimentazione elettronica intrattengono un pubblico esigente e assetato di novità. Immaginate poi che la parola d’ordine sia gratis perchè la cultura deve essere accessibile a tutti per davvero. No, non siamo in campagna elettorale e queste non sono promesse al vento, come in Italia siamo tristemente abituati a sentir pronunciare da politici in caccia di voti (i famosi spazi per i giovani di cui ci si ricorda sulo una volta ogni cinque anni). Questa utopia esiste sul serio, si tiene a Parigi da ben undici anni e si chiama Presences Electronique.
1. BANG FACE WEEKENDER (SOUTHPORT, UK)
Per il Bang Face abbiamo girato mezza Inghilterra: dalla Manica alla Cornovaglia fino a quest’ultimo appuntamento tra Liverpool e Manchester, davanti alle coste irlandesi. Southport è vicina a Wigan, città molto cara alla scena Northern soul.
Abbiamo preso il biglietto prima ancora che fosse reso noto il programma. Perchè così tanta fiducia? Perchè la famiglia non ti tradirà mai. Il 90% del coloratissimo pubblico è lo stesso della prima edizione del 2008 e gli artisti quando non sono in consolle ballano duro sotto cassa accogliendoti come un vecchio amico. ‘Ardkore you know the score!