Superati perfettamente i Maya e ricevuti da Babbo Natale gli ultimi dischi ancora da ascoltare dedichiamoci a scegliere la migliore colonna sonora per digerire la lunga abbuffata di oggi!
10. Mala “Mala in Cuba” (Brownswood Recordings)
Gilles Peterson porta il guru del dubstep Mala a Cuba ed il risultato è un sorprendente mix di percussioni latine e iper basso. South London si prende una vacanza dal classicismo jamaicano ma l’intensità resta la stessa.
9. Robert Hood “Motor: Nighttime World 3” (Music Man)
Più che un artista un simbolo della musica che amiamo. L’ex UR ci accompagna in un viaggio notturno per le strade di Detroit mettendone in risalto gli aspetti più emozionanti e romantici.
8. Voices from the Lake feat. Dozzy & Neel (Prologue)
La via italiana alla dub techno nella sua forma più elegante ed evocativa.
7. Raime “Quarter turns over a living line” (Blackest Ever Black)
La Techno riprende in mano le chitarre, dilata lo spazio e riscopre il suo lato post punk. La luce creativa non ha bisogno del sole.
6. Demdike Stare “Elemental” (Modern Love)
La dub techno prende le forme di un’inquitante colonna sonora perfetta per un introspettivo horror futurista.
5. Vatican Shadow ”Ghosts Of Chechnya” (Hospital)
Dominick getta la maschera del freddo killer noise per dare alle stampe il suo lavoro più dance oriented. Melodie trascendenti e linee di basso che smuovono in profondità.
4. Andy Stott “Luxury Problems” (Modern Love)
Andy all’apice della sua maturazione: oltre il dub scopre un’atmosfera esoterica fatta di echi, riverberi, voci femminili e beats pastosi. Affascinante.
3. Silent Servant “Negative Fascination” (Hospital)
Droni che ricercano l’obiettivo nel silenzio della notte, storie che esigono di essere raccontate. La Techno ha ancora tanto da di/are.
2. Shackleton “Music for the quiet hour/The drawbar organ eps” (Woe to the Septic Heart)
Nel primo cd c’è una delle più nitide visioni del futuro degli ultimi anni. Sammy ha nuovamente oltrepassato i confini di ogni definizione, il mondo inizia a stargli stretto.
1. Cut Hands “Black Mamba” (susanlawly.com)
Il nostro preferito di questo 2012 è William Bennett: eroe già del post punk e sperimentatore di tecniche d’ipnosi di massa.
Qui l’Africa è riletta in chiave marziale, non è più quella delle antiche tradizioni tribali ma quella che in nome di chissà quale crudele divinità mette in mano ai bambini un Ak 47.