Speciale Repitch Recordings: Sleeparchive

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Roger Semsroth è uno dei personaggi più enigmatici con cui abbiamo avuto a che fare.
Intestatario di diversi progetti, il più famoso è Sleeparchive, sembra voler riproporre nella vita quel senso di isolamento dei suoi dischi rifugiandosi nel back office di Hardwax (si occupa del mail order) o nella sua straordinaria collezione di vinili casalinga, e soprattutto rispondendo alle domande con una logica ferrea senza mai lasciarsi andare troppo.
Il suo è un mondo di scienza precisa e asettica dove il suono è più materia da vivisezione che chiave di euforia collettiva.
Nello split su Repitch Recordings troviamo due tracce e altrettanti loop ipnotici ad alto potenziale distruttivo; algide ritmiche europee che rifiutano ogni minima parvenza di calore confermando la vicinanza ai Pan Sonic piuttosto che al minimalismo detroitiano.

Ciao Roger che ne dici di dirci qualcosa sui tuoi inizi. Chi ti ha influenzato maggiormente?
Sono soprattutto un fan di Mika Vainio e i Pan Sonic. Mi piace ascoltare molti tipi di musica ma per quanto riguarda le mie produzioni come Sleeparchive questi sono i nomi che mi hanno segnato di più: Pan Sonic appunto e alcuni pezzi di Plastikman come Panic Attack.
E per i tuoi altri progetti a chi ti sei ispirato? Parliamo di Bakterielle Infektion per esempio
A quei tempi ero un grande fan dei Suicide Commando, avevo un sacco di cassette e presi il loro primo cd nel ’94. Ero davvero un appassionato del genere, sono stati una grande fonte d’ispirazione. Poi moltissimi gruppi belgi, su tutti The Klinik.
Qual è il tuo approccio alla techno? Cosa vuoi affermare attraverso la musica?
Non voglio affermare nulla, solo fare musica, fare le cose che mi piacciono. A volte è interessante capire come le persone usino le macchine, e scoprire come arrivano a determinati suoni per poi riprodurli con l’attrezzatura che ho a disposizione. Non mi interessa comprare gli stessi synth con i medesimi effetti, preferisco studiare e comprendere i procedimenti che stanno dietro quel sound.
Sono 22 anni che lavoro soltanto con il mio Roland SH 101, che è l’unico sintetizzatore che possiedo. I suoni di tutti miei progetti vengono da qui. Trovo divertente provare a creare la mia musica soltanto con questo strumento.

Come nascono la produzioni di Sleeparchive?
Quando faccio techno mi limito a registrare delle sequenze, mentre in altri casi come appunto B.I. c’è anche una componente melodica. Non è come quella dei Beatles certo, però rispetta maggiormente i canoni della canzone. La techno però è differente, specialmente quella monotona che non ricerca la melodia. Non è musica emotiva, non ho mai ascoltato una traccia techno che mi abbia fatto sentire triste. E’ più una questione di sperimentare col suono.
Dopo tutti questi anni cosa ti spinge ancora a fare techno?
Al momento faccio soltanto techno e nient’altro. Come ti dicevo sono sempre stato un ammiratore dei Pan Sonic mentre seguivo meno il sound di Jeff Mills. Sono arrivato tardi a un certo tipo di suono perché ero più legato all’IDM di scuola Warp e Rephlex. Non ero molto interessato alla techno quando ho iniziato come Sleeparchive. Oggi sono ancora ispirato dagli stessi maestri cui si è aggiunto Regis, i cui lavori sono una forte influenza per me. La lista oggi comprende Mika Vainio, alcuni Plastikman e i primi Downwards.
A proposito di Warp hai ascoltato Syro di Aphex Twin?
Ho sentito lo stream su Youtube. Non mi ha preso più di tanto. Ne apprezzo le melodie non scontate ma è un disco che non mi colpisce. Forse dovrei riascoltarlo meglio ma non ne avverto il bisogno. Magari un giorno mentre sarò a bere una birra con gli amici metteranno su una canzone e penserò: “Oh ma è fantastica! Andiamo a riascoltare Syro!”. Ma attualmente non fa per me. D’altronde non sono mai stato un fan di Windowlicker e Syro me la ricorda un po’.

Qual è stato allora l’ultimo disco che hai comprato?
L’ultimo album che ho preso è di una band rock australiana. Mentre l’ultimo disco techno che ho comprato è stato Stanislav Tolkachev su Semantica. Non il suo disco migliore ma è figo.
Com’è nata la tua collaborazione con la Repitch Recordings?
Io lavoro ad Hardwax  e ho conosciuto i ragazzi durante una pausa caffè. Credo che loro avessero già in mente l’idea di uno split con Mike Parker, così il mio amico Pete gli consigliò di rivolgersi a me pensando, a ragione, che avrei gradito il progetto. E’ una buona etichetta.
Vedremo un giorno un progetto firmato Sleeparchive & Mike Parker?
Non credo, penso proprio di no. Non mi piacciono le collaborazioni tra musicisti di gruppi diversi. Ricordi quando Marc Verhaegen dei Klinik lavorò assieme a due dei Front Line Assembly? Formarono i Noise Unit che non eran male però non abbastanza per competere con i progetti di provenienza. Lo stesso si potrebbe dire per l’album che Mike Paradinas e Richard D. James fecero assieme. Forse il loro disco migliore a quanto dicono, ma io l’ho ascoltato solo una volta.
Sei un Berlinese DOC, cosa ci consigli per goderci la nightlife cittadina fuori dai soliti circuiti?
Non sono un grande frequentatore di club, mi diverto molto a suonare al Tresor.

Federico Spadavecchia

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