SELF.CONTROL: Industrial dance, dischi e delirio a Berlino

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Avevo già preventivato di tornare a Berlino per dedicarmi sia allo shopping vinilico selvaggio e sconsiderato e sia all’incontro con gli amici musicisti e proprietari di etichette discografiche, con cui, negli ultimi anni, si è venuto a creare un sodalizio artistico tra chi ha la medesima esigenza di portare avanti i propri progetti musicali.
L’occasione giusta per prendere un aereo e ripartire alla volta della capitale tedesca è stata l’evento chiamato SELF.CONTROL, che rientra all’interno di un format organizzato a cadenza bimestrale, il cui nome è Crossing The Parallel.
Questo è stato creato nel lontano 2007 da Adam X e dall’organizzazione del festival Schlagstrom. Dopo un’interruzione di parecchi anni, è stato riproposto proprio a partire dal venerdì in questione.
Adam X, suo fratello Frankie Bones e Heather Heart, hanno aperto uno dei primi negozi di musica techno della storia degli Stati Uniti, cioè il Groove Record Shop di Brooklyn. Frankie Bones è uno storico dj, il cui primo disco risale al lontano 1989.
Da questa esperienza è poi nata la Sonic Groove, fondata da Adam X, che è da sempre considerata tra le più note etichette di industrial techno.
Schlagstrom è una delle più particolari organizzazioni di eventi, attiva dal 2003. Fino al 2015, ha portato avanti l’omonima kermesse multidisciplinare, basata su industrial e rhythmic noise. Con il passare del tempo, ha lavorato con le label storiche che hanno definito quel suono, soprattutto Ant-Zen e HANDS.
Attualmente tale modalità sonora ha preso il sopravvento nelle serate berlinesi.
Tra i pregi da annoverare, c’è la capacità di aver attirato fasce di giovani sempre più ampie e di aver garantito maggior longevità alla scena.
Gli Orphx, nonchè i partecipanti alla serata come Daniel Myer, Monolith e Hypnoskull, ne sono gli alfieri e rappresentano proprio il concetto di attraversamento dei confini musicali.
Dietro il nome di Daniel Myer poi ci sono progetti che dell’ibridazione hanno fatto il proprio vessillo, come Haujobb, Architect e Rendered, insieme a 14Anger.
Monolith ha portato avanti la sua sintesi prima sull’etichetta di Dirk Ivens, la Daft Records, successivamente su Alfa Matrix e sulla sua Sleepless Records Berlin.
Ricordiamo che Eric Van Wonterghem è un nome che si cela dietro progetti quali Absolute Body Control, Sonar ed Insekt; è il creatore del suono “Prodam”, dal nome del suo studio di mastering.
Infine la dj Chloe Lula che, seppur giovanissima, lavora con la Aufnahme+Wiedergabe di Philipp Strobel, nonchè con Wire, Resident Advisor e la radio Refuge Worldwide.
Nell’altra sala “Summe” invece, si sono proposti, in ordine di timetable, Fabrizio Mammarella, Alessandro Adriani, la brasiliana Nikkatze e Giulia Gutterer.
Il primo è un produttore abruzzese che ha attraversato diversi generi, a partire dalla house fino alla disco, passando dalla italo. Il secondo è il proprietario della Mannequin Records, una delle etichette di genere più rinomate per il recupero di sonorità new wave e industrial.
Passiamo ad analizzare più strettamente il luogo in cui tutto si è svolto.
Il club RSO, acronimo di Revier Südost, è uno spazio culturale che, come suggerisce il nome, si trova nella parte sudorientale di Berlino, nel quartiere Schöneweide. Un tempo ospitava la manifattura di birra Bärenquell, ora è stato preso in gestione dal gruppo Planet Pleasure, gli stessi del noto Griessmuehle.

L’evento

Dopo una lunga giornata di shopping in alcuni dei miei negozi di dischi preferiti, quali second hand Audio-In sito in Libauer Strasse, Power Park Records in Boxhagener Strasse e Sentimental Youth in Am Treptower Park, rispettivamente nei quartieri di Friedrichshain e Treptower, sono giunto giunto sul posto alle 23.
In sala c’era Udo Wiessmann, proprietario della HANDS e, con Eric De Vries, fondatore dei Winterkälte.
La qualità dell’impianto audio ha giocato un ruolo fondamentale, garantendo la sensazione di essere attraversati da un treno in corsa senza che, l’indomani, le orecchie fischiassero per tutto il giorno. La varietà e la particolarità del suono scelto da Daniel Myer hanno fatto sì che, nonostante tre ore di dj set in siffatta maniera possano risultare impegnative, non ci si annoiasse mai, tra continui cambi di tempo e di ritmi.
E’ poi venuto il turno della performance di Monolith a cui avevo già assistito due volte, una al Maschinenfest e l’altra al Beats And Noise. Un’unica sessione mixata di un’ora in cui ha esposto la sua visione pionieristica.
Uno dei momenti salienti è arrivato verso la fine della prima ora di Adam x, quando passa lo storico vinile di Mescalinum United – We Have Arrived (Aphex Twin remix). Da qui un crescendo.
Segue il live di Hypnoskull, visto al Maschinenfest del 2016 e del 2018. Piccola memo: nella prima edizione aveva presentato il suo album Immer Wieder Nein e lo show venne poi riportato su cassetta. Ben ricordiamo quando in quel frangente decise di interagire con l’allarme antincendio!
Nella seconda presentò The Manichaean Consciousness ed il concept Anti/Techno, che evidenziava ancor di più, rispetto al passato, il legame tra la sua musica e la sua poetica. Qui a Berlino ha cambiato tutto. Ha letto frasi estrapolate da un suo scritto ed ha momentaneamente interrotto il suo sound, per recitare un suo decalogo.
Ci ha ricordato che la techno è stata, è e sarà sempre politicizzata. Altre dichiarazioni hanno evidenziato l’importanza dell’inclusione, la critica nei confronti della stagnazione musicale, l’elogio al cambiamento e l’accusa nei confronti di chi slega l’estetica dal contenuto.
La mia serata è terminata alle 8 di mattina, l’evento è andato molto bene e il pubblico ha risposto altrettanto.

Alessandro Flux Violante