A Sagittariun “Dream Ritual” (Elastic Dreams)

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Cosa c’entrano Topolino e Bambi con la simbologia esoterica?
Questa domanda spontanea di lubraniana memoria, è la reazione naturale di tutti coloro che s’imbattono per la prima volta in un disco firmato A Sagittariun, misterioso artista inglese di cui si sa solo che viene da Bristol, che nutre una grande passione per il rave sound britannico e che certamente ha un forte senso dell’ironia (a partire dal nome proseguendo con le grafiche delle copertine, e terminando con l’affermare di credere ad ogni parola dell’astrologo Russell Grant in Tv).
Ascoltando bene i suoi lavori è chiaro che non siamo davanti ad un novellino, e allora ecco venire fuori un pezzetto di verità: A Sagittariun è l’alias di un personaggio noto della scena attivo fin dai primi ’90, che attualmente dirige un’affermata casa discografica, e che ha scelto l’anonimato per potersi dedicare senza troppi problemi al suo ultimo progetto.
Nonostante una politica comunicativa di basso profilo il producer senza volto è riuscito fin dalla sua comparsa nei negozi, nel 2011, a far breccia nel cuore degli appassionati creando intorno a sè un vero culto.
Manco a dirlo l’etichetta su cui esce, la Elastic Dreams, è di sua proprietà ed è stata aperta appositamente per quest’esperienza.
Intanto che l’erede di Micene di Sagitter decide se esibirsi o meno in consolle, in quale sala e soprattutto se rischiare di compromettere la sua verà identità (“i’ll dj if someone wants me to, i actually love djing but i’m not sure where a sagittariun is gonna lead to, maybe they will have to bring back chill out rooms and an e revival and i can wear a spangly silver suit like mixmaster morris and play eno records to the monged out masses, who knows. i expect the reality will be me banging out some dark clubby stuff like on my techno dreamcast and probably having to out myself fairly quickly if there’s a flight involved and they need to know my real name to get the plane ticket.” così ha dichiarato su Teshno) noi ci dedichiamo a Dream Ritual, il primo album nato sotto le 22 stelle.
L’uscita è ovviamente programmata per il 23 di novembre, giorno di entrata nella costellazione del Sagittario, e contiene dodici tracce come le case dello Zodiaco.
Lo spazio in cui si svolge l’azione è un piano astrale caldo e avvolgente, dominato da poteri psichici con cui tessere luminose melodie oniriche.
Telecinesi utile anche a plasmare kick, snare e hihat preferendo di volta in volta un andamento lineare e mentale o un breakbeat frizzante.
Un disco molto interessante slegato da vincoli di genere, di moda, ma anche di nostalgia, e se sullo sfondo appare un riflesso old school è solo perchè saper bene da dove si proviene è condizione necessaria per avventurarsi nel futuro.

Federico Spadavecchia

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