Frequencies Podcast #37: Marco Chirico (Speciale Dancity Festival ’21)

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Dopo due anni di pausa forzata torna il Dancity Festival.
La quattordicesima edizione si svolgerà dal 28 al 31 dicembre a Foligno.
Un ritorno alla musica, un ritorno al luogo storico che negli anni ha ospitato il Festival, l’Auditorium S. Domenico. Dancity si riappropria così dei propri spazi, concetto espresso anche nel concept grafico di quest’anno in cui, l’Auditorium S. Domenico, rappresentato da alcuni dettagli di vecchie foto, diventa l’elemento fisso in contrapposizione con la dinamicità dell’evento e con la velocità del tratto.

In questa edizione Dancity Festival presenta Dancity M.A.S. (Media Art Section): il nuovo dipartimento del Festival dedicato alle media art e ai molteplici linguaggi artistici interconnessi con la cultura contemporanea. FAKE YOURSELF, tema di questo anno, riflette sui profondi cambiamenti derivati dalla tecnologia all’interno dell’esperienza umana. Dancity regala così ancora una volta un’occasione di riflessione a tutti i partecipanti, con l’intento e l’augurio che la falsificazione possa aprire loro nuove opportunità per stabilire la propria concezione di natura.

Per cogliere al meglio lo spirito della manifestazione abbiamo contattato Marco Chirico, artista d’avanguardia, è il caso di dirlo, di casa a Foligno, per scambiare qualche parola e commissionargli un mixtape per scaldare i motori.

Ciao Marco, che ne dici se incominciamo chiedendoti di presentarti ai nostri lettori? Come hai iniziato a fare il Dj?

Volentieri. Innanzitutto parto dicendo che sono di Foligno quindi per me è un po’ come essere a casa in questi giorni. Attualmente vivo a Firenze ma ogni volta che torno è sempre un piacere. Per quanto riguarda l’universo musicale, l’attività di Dj l’ho sempre affiancata a quella di produttore e forse quest’ultima è quella che mi rappresenta di più, ma non nascondo il piacere nel fare selezioni musicali specialmente se rivolte ad un pubblico specifico. La storia di come sia nato l’interesse per questo mondo risale a quasi quindici anni fa, quando un amico mi portò ad una delle prime serate Dancity. Credevo di provenire da un mondo totalmente opposto rispetto a quello della musica elettronica ma una volta lì, mi sono ricreduto. Avevo sedici anni.

Come ti piace impostare i tuoi set, quali sono le sonorità che prediligi e come prepari la tua borsa?

Quando mi capita di selezionare della musica mi chiamano sempre per eventi specifici dove si parla di ricerca e sperimentazione e quindi direi che mi muovo in quelle zone. C’è stata un evoluzione naturale che mi ha spinto ad avere confidenza con certe sonorità più astratte ma ultimamente sto dando molta più importanza al significato che c’è dietro una composizione che sia sperimentale o meno. Ritengo molto importante il messaggio, invece il modo in cui esso venga veicolato puó affascinarmi o meno.

Come ti poni rispetto alla pista: secondo te, il pubblico va guidato, sfidato o accontentato?

Credo fortemente che vada guidato. Ma li sei anche te che devi sapere cosa vuoi trasmettere.

E invece come produttore che obiettivi ti poni?

Come produttore l’obiettivo è quello di cercare modi sempre nuovi di comunicare e di creare un legame con le persone. Lasciarsi un po’ naufragare e seguire l’andamento di quello che mi si presenterà davanti, che possono essere persone o avvenimenti. Effettivamente mi affascinano un sacco le persone con le quali collaboro, quindi di certo l’obiettivo è anche quello di consolidare la community di creativi che c’è a Firenze dietro il nome di Kasei Archive.Quello che presenterò a Dancity Festival è un progetto nato lo scorso anno che ha come concept la linea invisibile che connette ciascuno di noi e che vedrà l’uscita di un disco all’inizio del 2022, nel quale ho collaborato con la mia compagna indonesiana Lintang che si è prestata nei testi e nel Gamelan.

Quando è iniziata la tua collaborazione con Dancity?

Storia buffa. Potrei essere definito il primo prototipo di volontario che abbia partecipato alla vita dell’associazione. Praticamente appena finito il liceo, insieme all’amico della domanda n.1, decidemmo di farci forza e andare a chiedere se durante i giorni del Festival servisse una mano. L’intento era quello di entrare gratis e in qualche modo ci riuscimmo, ma ci costò una gran fatica a livello fisico durante quei giorni e l’ingresso nell’associazione appena finito il Festival. Una bella sorpresa. Poi con gli anni ho preso la mia strada che mi ha portato fuori da quell’ambiente, ma ricordo sempre con piacere quei giorni.

Come si riesce a mettere una piccola cittadina come Foligno all’interno della geografia del clubbing internazionale?

Come detto prima mi piace vedere l’arte come un messaggio,un messaggio talmente forte che non importa da dove provenga o dove sia situato. Abbiamo mandato opere magistrali nell’universo ad esempio.

Ti senti artisticamente arricchito da questa esperienza?

Ogni volta che vengo chiamato per esprimermi mi sento sempre arricchito. Il contatto con la gente mi stimola.

C’è un artista in particolare nella line up che sei curioso di vedere? E da chi invece ti aspetti la performance migliore?

Finalmente riesco ad ascoltare Demetrio Cecchitelli e Katatonic Silentio che hanno suonato qui a Firenze alla Manifattura Tabacchi e in Limonaia pochi mesi fa ma sfortunatamente non sono riuscito ad andare. Sono molto incuriosito da Sara Persico, Valentina Magaletti e Aimée invece. Il migliore non credo ci sia, ognuno sarà migliore a modo suo.

Visto che siamo alla fine dell’anno, non possiamo non chiederti quali sono stati i tuoi dischi preferiti del 2021…

Questo non è un disco ma proprio qualche giorno fa sono stato a Prato da Spazio Materia e ho assistito ad una delle performance più interessanti del 2021, a mio avviso, curata da Ludwig Berger. Nel 2021 è uscito l’album di debutto di Perila su Smalltown Supersound che secondo me merita molto. Flora Yin Wong The Sacrifice anche. Poi ci sono una serie di album di artisti della mia zona come quello di Devid Ciampalini che ritengo molto ma molto interessanti.

Federico Spadavecchia

Podcast tracklist:

Field recording – Acquapendente aria notturna e rumori di giornale
devid ciampalini – A3 (unreleased)
andrew pekler – tuanahe
kali malone – velocity of sleep
clara de asìs – comme de loin
L’Ocelle Mare – Guitare, Scotch de peintre, Noise Gate, Tambourins, Piano Ouvert
flora yin wong – Unhappy Disclosures
Ekin Fil & krāllār – Koyu
perila – nats poems with nat marcus
Chester Raj Anand – december rain
michel banabila – et
devid ciampalini – A5 (unreleased)
devid ciampalini – B1 (unreleased)
joanna brouk – the creative
bill callahan – jim cain
Sebastiano Carghini – Emotional Part
perila – mouth full of tahini
Ulla – ‘Limitless Frame’