INNER_SPACES #2: Stockhausen e François Bayle

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Lunedì 21ottobre San Fedele Musica e Plunge presentano il secondo appuntamento con INNER_SPACES.

Ore 18,30 Lezione (ingresso libero)

Oktophonie di K. Stockhausen: una guerra per lo spazio tra Michael e Luzifer
a cura di Massimiliano Viel.

Ore 21,00 Concerto

L’evento co-prodotto con il 28 Festival di Milano Musica propone due opere storiche di musica elettronica a confronto che presentano due concezioni musicali contrapposte, testimonianza di un noto conflitto che ha avuto luogo nel contesto musicale europeo del Dopoguerra e che si è protratto fino agli anni Novanta. Da una parte, Oktophonie di Karlheinz Stockhausen, che, nel corso del suo lungo itinerario artistico, nonostante un’evoluzione costante e la parentesi della musica intuitiva del 1968, ha mantenuto i principi di una rigorosa organizzazione dei parametri (altezze, timbro, durate, dinamiche) e della forma (nei diversi livelli delle microsezioni e della macrostruttura). Dall’altra parte, Motion-émotion di François Bayle, tra i maggiori rappresentanti della musica elettronica francese, corrente musicale nata con Pierre Schaeffer, inventore della musique concrète alla fine degli anni Quaranta. Un indirizzo estetico, questo, più attento agli oggetti musicali, al suono che producono le macchine, gli utensili nelle diverse situazioni della vita quotidiana, e successivamente l’integrazione di campionamenti di molteplici fonti sonore e anche l’utilizzo di sintetizzatori e altre apparecchiature elettroniche, una musica – come scrive Schaeffer nel 1952 – in cui si fa esperienza di come le cose parlano da se stesse, come se proponessero il messaggio di un mondo che ci è sconosciuto.

Le due opere proposte sono rappresentative di due distinte modalità di costruire un continuum musicale. Quello di François Bayle, di 22 minuti, è caratterizzato da una concezione evocativa, poetica, simbolica del movimento attraverso l’uso di raffinatissime trame sonore mutuate prevalentemente da campionature di sequenze di differenti famiglie orchestrali. La cifra stilistica  di Bayle consiste nell’arte di sovrapporre diverse stratificazioni sonore, di contrastare magistralmente le dinamiche, nell’effervescenza delle figure e nel virtuosismo della spazializzazione acusmatica a partire da una semplice traccia stereo. L’opera di Stockhausen è invece di ampie dimensioni, quasi 70 minuti, con sonorità massicce, ben connotate sul piano timbrico: drone, suoni di sintesi, con la presenza costante di bordoni e suoni pedale, con evoluzioni lentissime. La spazializzazione è complessa, ottofonica, proietta il suono in tutte le direzioni dello spazio di diffusione. È un grande affresco sul tema della lotta tra Michael (registro medio acuto) e Luzifer (suoni gravi) e segna una svolta decisiva nella produzione della musica elettronica del maestro tedesco, nella direzione dell’ascolto immersivo, in anticipo su tanta produzione ambient degli ultimi trent’anni.

Location: Auditorium San Fedele (Via Ulrico Hoepli, 3/b)  – Milano

Comunicato stampa