Seven Trax One Week: Tombola telegrafica, i rinnegati dell’electro

0
1052

Niet Signala: Nel 1998 malgrado da Kalamazoo uscissero ancora dei Black Nation da urlo, la techno era già una cosa per così dire commerciale, nel senso che in Europa veniva ormai propagandata, apparecchiata e servita in tavola in strutture attrezzate per ospitare anche molte centinaia di persone. Il periodo d’oro dei rave illegali era solo un ricordo, mentre le decine di migliaia di sfollati seguaci del roboante neo global folk modernista si avviavano verso le ultime marcette carnevalesche dell’epopea della street parade. La manifestazione pubblica originaria più massiccia, la Love Parade, che arrivò poi a contare milioni di partecipanti, si sarebbe chiusa temporaneamente a Berlino nel 2003, e varie sue versioni ed imitazioni si sarebbero perpetrate in altre città, tra cui Zurigo, dove prese il nome di Street Parade, e Duisburg, con il tragico epilogo del 2010. In proposito non possiamo non ricordare quella di Bologna del 1999 il cui esito in Piazza Maggiore venne curiosamente autorizzato dal sindaco entrante, il primo di centro-destra eletto nella città rossa dal dopoguerra, non a caso…Un commerciante, che ben ne aveva intuito il potenziale, cavalcato a man bassa dalle aree antagoniste in accezione libertaria.
Mentre la piazza ed i grossi club d’Europa celebravano il martello della fabbrica nelle sue numerose volgarizzazioni buone per tutti, belli e brutti, i seguaci di Guglielmo Marconi e di Samuel Morse si muovevano in un territorio sotterraneo, elitario in quanto ricercato, inaccessibile alla massa in quanto non propagandato con la stessa veemenza, appunto per via del fatto che si svolgeva in contesti culturali non atti a supportare grandi masse di persone, predisposti per attrarre solo “those who know”.
Tac tac taaac tac tac: punto punto linea punto punto. Bass, kick, and snare drum. L’808 era ritornata dai tempi dell’house a farla da padrone nell’underground. Il ritmo era spezzato come un messaggio telegrafico, il basso analogico smuoveva il diaframma e saliva dallo stomaco, mentre i medi tagliavano come lame. Niente fabbri dell’ultim’ora, niente facile battere e levare di 909, niente puttanate tipo ciucci, bolle di sapone, zainetti colorati, coriandoli; niente magnetors con le scarpe Buffalo.

La techno, quello che veniva definito genericamente techno, era ormai di tutti. L’electro era nostra.
Ci troviamo a Zurigo, e in un sottopassaggio poco distante dal Rosthofflager dove andava in scena un Richie Hawtin in pompa magna, si celebrava il centenario di una qualche trasmissione telegrafica del 1898, oppure il 170esimo anniversario dell’invenzione del codice Morse, insomma qualunque cosa pemettesse evidentemente di giustificare formalmente i permessi per utilizzare quello spazio pubblico.
Si trattava di una mini convention di attori della scena dell’asse Detroit, Miami e Manchester.
Quattro passaggi garantivano l’accesso a quella caverna di cemento riverberante scavata sotto ad un grosso incrocio: due ingressi, due uscite, una per lato, quattro transenne in mezzo che racchiudevano dei set up con macchinari classici quali SH101, Juno106, MPC, TR808, apparecchiati su tutti i lati. Tutto veniva suonato chiaramente live. K1 degli Aux88, Adult, Gescom (Gestalt Communication di Manchester, un collettivo di improvvisazione che vedeva coinvolti gli Autechre), probabilmente qualcuno della Schematic di Miami, ed Ectomorph, che sta iniziando solo ora a suonare qualche volta a Berlino, e che in quella circostanza elargiva generosi promo, come si usava fare nell’ambiente, a chi come me gestiva una trasmissione in una free radio. In un edificio adiacente c’era una specie di museo delle macchine che avevano avuto un ruolo nella cultura della musica electro, sistemate in specie di acquari sottoilluminati a neon, con diciture stampate, quasi si trattasse di specie animali. Non troverete nulla su Internet di tutto questo, come di molte cose che non si sapranno mai. Posso solo assicurarvi che nessuno dei non più di 80 presenti si è sognato di uscire per attraversare la strada e fare la fila per infilarsi nel club a fianco, e allo stesso modo quelli che andavano nel club non si chiedevano neppure che cosa stesse succedendo là sotto, impegnati com’erano ad attraversare la strada mentre leggevano dei nomi di grido su dei flyer colorati.

Keith Tucker – Techno Its on my mind, 1998

Adult – Dispassionate furniture, 1998

Ectomorph – The haunting, 1996

Ectomorph – Satori, 1995

Gescom – Go sumo, 1995

Bush Button Objects – Maercs, 1997

Gescom – Key Nell 4, 1996

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here