Chinese Roulette #0

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Con questa “puntata pilota” dedicata agli ep più interessanti degli ultimi due mesi, parte oggi “Chinese Roulette” nuova rubrica bimestrale di Frequencies.it che, nei prossimi mesi, fungerà da lente di ingrandimento sulle più recenti uscite di ep, ristampe, mixati et similia.

DEMDIKE STARE – Post Collapse (Not on label, self-released)
Mentre la serie Testpressing è ormai giunta a quattro esemplari di pregevole fattura, Miles Whittaker e Sean Canty inaugurano una nuova epopea con questo tape a dir poco affascinante, composto da due untitled di quasi mezz’ora l’uno.
Il lato A è, in partenza, fluttuante materia horrorifica, come da tradizione. Piano piano si trasforma in kraut-noise debitore tanto di Kraftwerk I & II quanto dei Neu!. Poi, stupore incommensurabile: subentra un inaspettato cantato … prog. E chi l’avrebbe mai detto.
Un fragoroso rullante in lontananza apre a sognanti e radiosi scenari, che lasciano dolcemente spazio ad una jazz orchestra, facendoci ritrovare di colpo in una jam Impulse records.
Lato B: più virtuoso e astratto in principio, in seguito il brano assume le sembianze di banda “esoticheggiante” . Si approda verso lidi esotici in cui si fatica a respirare, viste le giungle vietnamite in cui ci si è costretti ad immergersi. Occasionalmente vengono addizionati frammenti dub. Poi, uno strapiombo. Forti vertigini. Una collezione di scalfitture, tichettii, battiti nervosi e insoliti paesaggi sonori, come un field recording registrato in presa diretta. La chiusura, malinconica e morriconiana, chiude magistralmente questo capolavoro weird.
Per nulla inferiore alle produzioni passate del duo, questo “mixato” va ad inserirsi di diritto in una già formidabile discografia. Grazie di esistere.

DJ STINGRAY/VIN SOL – Assassin (U.t.t.u.)
Sherard Ingram, paladino drexciyano, ex membro e mente del progetto Urban Tribe (insieme a Craig, Shakir e Moodyman), pecora nera della techno from Michigan,  è un artista che incarna come pochi l’etica underground tanto cara agli UR. Con le sue produzioni ha dimostrato a più riprese quanto la rabbia per la situazione politica attuale carburi in lui e lo influenzi inesorabilmente, facendogli contemplare disastrosi scenari futuri.
La sua “Assassin” sul lato A è sferragliante guerriglia cyberpunk tra Lo-tek e multinazionali: all’attacco, senza prigionieri. Mina.
Vin Sol sul lato B pecca di originalità e delude: la sua house chicagoana strombettante e  di debole presa è chiaramente fuori concept.

ESTASI DELL’ORO – Kingdom for a kiss (Berceuse Heroique)
Berceuse Heroique
sinonimo di garanzia di questi ultimi tempi…
Il progetto Estasi dell’oro di Christopher Ernst è martial techno massiccia e allo stesso tempo cinica nel suo fiero incedere. “Kingdom for a kiss” è una track più che appropriata per i bui anfratti del Tresor. Sul lato B arriva la cavalleria pesante Unit Moebius vs Shitcluster a remixare la traccia e non ce n’è per nessuno.
Sulla copertina campeggia una citazione di Philip K. Dick sotto ad una foto dell’occupazione nazista in Grecia: “Reality denied comes back to haunt”.
Fatevi due domande.

MIKE PARKER – GPH20 (Geophone)
Riecco tritatutto Mike, questa volta non su Prologue ma sulla sua Geophone per aggiungere un altro episodio alla serie GPH.
Full moon in winter” è un mostro acido, bad trip claustrofobico che martella il cervello a colpi di TB-303, “Vanadis” rischiara le idee e fa da ideale collante a “Vanadium”. No, niente Pino Scotto, ma solo un cassone in evidenza e un retrogusto minimal-deep. Notevole.

ANTHONY NAPLES – El Portal (The trilogy tapes)
Il producer house del momento, proprietario di una delle label (la Trilogy Tapes) del momento. Già queste due condizioni avvantaggiano “El Portal”. A completare il resto ci pensano i contenuti: questo è indubbiamente il picco più alto che Bankhead abbia mai toccato finora, considerando anche l’esiguo numero di produzioni a nome Anthony Naples.
La traccia che da il titolo all’ep è un’avvolgente manto deep house che sfuma piano piano, abbandonandosi ad atmosfere dreamy. L’assolato leone rilassato che occupa l’intera copertina non è affatto casuale, quindi.
L’organetto di “Pueblo” non si leva più dalla testa, “Busy signal”prima colpisce ma successivamente scava sempre più in profondità, “La Cuarta” potrebbe benissimo comparire in una qualsiasi produzione di Andrés o Wilhite. Vai così Will !

ALBAVEROTIKA – Esegesi DX (Autoprodotto, DIY)
Dietro a questo misterioso ensemble si nascondono cinque menti 200% bulgnàis analogic. Due di queste sono i mitici produttori Baffella (35 mm) e Mayo Soulomon aka Low Low (Mathematics e Milions of Moments) ovvero la vecchia guardia del Link di via Fioravanti.
Nel mini cd deluxe edition (confezione con lucina intermittente included), oltre al singolo “Esegesi” diviso in due tronconi, è presente anche l’ep di quattro tracce “Coagula”, testimonianza autentica di elettronica creata da artigiani del suono e non da aborti abletoniani.
Sintetizzatori digitali, analogici e modulari, più effetti vari sono la base delle -più uniche che rare- jam del Gran Consiglio dei Cavalieri Verotici.
Supportate, in nome di Kikumoto e Kurenniemi!

SVRECA – Övergang   (Warm Up Recordings)
Mulero restituisce parzialmente il favore facendo incidere “Övergang” al connazionale Svreca sulla sua Warm Up (quest’anno Oscar era uscito su Semantica con “Accelerometer Operation Principle”). Parzialmente perché remixa le due tracce originali stravolgendo troppo il lavoro di Enrique Mena, il quale ha sicuramente meno esperienza ma non meno talento, anzi. Infatti, a risaltare nell’ep in questione è proprio questa sua caratteristica positiva: la title track è minimal-tech sfacciata creata appositamente per arene techno e dancefloorers in erba, “Disorder” è un loop caricato con secche bordate di cassa.
Certo, ep non fondamentale come “Sicario de dios” e “Jealous God003” incisi in coppia con Silent Servant, ma utile per fotografare il momento prolifico di Svreca che dura già da un paio d’anni.

Francesco Augelli 

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