Interplanetary Prophets “Zero Hour” (Planet Mu)

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Solitamente l’estate è il momento peggiore per aspettarsi qualcosa di valido dall’industria musicale, ma fortunatamente ci sono uscite come questa  che riescono ad accendere l’entusiasmo: Jamal Moss e Ital, due renegades of electronic funk uniti per farci dimenticare all’istante tre mesi a base di afa e calma piatta discografica.
In realtà questo vinile lo si attendeva da mesi e mesi, fin dalla loro esibizione sul palco all’hotel Forum durante l’edizione 2012 dell’Unsound festival.
Nonostante ci furono diversi problemi (mic fuori uso) lo show fu puro acidume contagioso, che lasciava presagire un’eccitantissima collaborazione futura – confermata più volte dai tanti rumors che rimbalzavano nelle sale dell’ex hotel dei capi di stato sovietici.
Ma passavano i mesi e tutto taceva, l’omertà che avvolgeva questo progetto diventava sempre più sospettosa e le speranze erano scarse.
E invece eccola qui l’insolita coppia, fuori con questo “Zero hour” inciso su Planet Mu e frutto di estenuanti jam in studio: tre pezzi scaricati in faccia, pronti, via.
I parallelismi con certi scenari cyberpunk degni di Philip Dick e Bruce Sterling riaffiorano alla mente in automatico quando la puntina scorre: “Burning chrome” è una scheggia afrofuturista impazzita, debitrice della Detroit più drexciyana – stingrayiana.
Ci si trovano anche parecchi spunti degni di “Omega Man” – non l’album di Hood ma il film di Sagal, viste certe atmosfere che questo pezzo riesce a rievocare.
Il brano da cui l’ep prende il titolo è semplicemente puro Hieroglyphic Being style declinato in ottica McCormickiana (qui il duo raggiunge il suo picco più alto), techno cosmica e vocalizzi imparanoiati da torre di controllo sotto metadone, come se sullo Sputnick ci fosse stato Green Velvet e non la cagnetta Laika.
Seconds are moving, minutes are slow, rotation in the zero hour, circles. Tick, tock
Chiusura eterea, sospesi senza forza di gravità, in una “Running out of time” sognante, ambient per replicanti alle porte di Tannhauser.
Magnifico 12’’, le aspettative non sono state affatto deluse e i profeti interplanetari hanno indubbiamente portato a termine la missione che si erano prefissi.
Aspettiamo con ansia il chapter two. Ne abbiamo già bisogno.

Francesco Augelli

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