S_W_Z_K: L’Mp3 è il mio Point Break

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E’ nel 2002, in piena electroclash era, che il duo Swayzak si impone sul panorama internazionale con la hit micro house Make up your mind(e di fatto dando il là ad un ritorno ad atmosfere più soffuse rimaste per troppo tempo in naftalina).
Oggi James Taylor è andato via lasciando l’amico David Brown a ridefinire il progetto e a misurarsi con un mondo che è irrimediabilmente cambiato, dove non basta più saper fare i dischi per poter vivere di musica.
L’uscita del nuovo album a distanza di cinque anni segna una svolta nel nome (che perde qualche lettera) ma anche nel sound, diventato duro e minaccioso. Il disco inoltre è edito dalla leggendaria Tresor, casa madre della Techno made in Europe.
Ci è parso allora interessante contattarlo e farci raccontare qualcosa a riguardo.

Ciao David è un vero piacere ospitarti su Frequencies! Come te la passi ora che James (Taylor n.d.r.) è andato via? Ti senti solo?
Beh diciamo che non mi sento esageratamente solo, visto che negli ultimi anni non abbiamo più suonato molto insieme. James inoltre ha vissuto in un altro Paese per circa dieci anni!! Ha ha. Mi manca però il divertimento che avevamo perchè non ci siamo mai presi davvero sul serio. Non ci siamo mai preparati per uno show! Era sempre tutto live e improvvisato!
swzkIl mood soffice dei vecchi tempi sembra ormai solo un ricordo: S_W_Z_K è incredibilmente oscuro e potente come del resto anche le vostre ultime performance insieme (mi viene in mente ad esempio quella del Green and Blue nel 2009 a Francoforte), quando hai deciso d’intraprendere questa nuova via?
In effetti abbiamo sempre suonato più duro rispetto alle nostre produzioni, ed è proprio questa l’idea di base del nuovo album: creare un qualcosa che fosse più connesso con lo spettacolo dal vivo. Inoltre credo che la musica bella dark piacesse più a me che a lui.
Hai già pianificato il set up per i live shows di S_W_Z_K? Lo gestirai come in passato o cambierai qualcosa dato che ora sei solo sul palco?
Farò più serate che posso con il mio amico Richard Davis. Lui mi ha aiutato a produrre l’album e abbiamo realizzato un piano per gli show, ma sarà una storia ancora più oscura e pesante inframezzata con spoken word e la cassa usata a mò di frusta!!
Come sta andando la tua label personale, la 240 Volts?
Purtroppo ora come ora non bene, una sola release in cinque anni circa e non me ne sono nemmeno accorto. Era una buona etichetta ma è fallita adesso, la maggior parte della gente non compra più i vinili e di conseguenza noi non pubblichiamo nulla! Non posso basarmi solo sul digitale, è una perdita di tempo. Una roba del genere magari può funzionare giusto in un supermarket.
Tu sei un grande appassionato del vinile, perchè pensi che il formato analogico possa aiutare il business musicale in maggior misura rispetto al digitale?
Il vinile supporta gli artisti molto di più di quello che generalmente si pensa. E’ una bella sensazione vedere i dischi pubblicati, mentre il digitale assomiglia al cugino povero senza contare che è quasi sempre facile da reperire illegalmente. A me piacciono i negozi che vendono dischi: queste persone così appassionate di cui abbiamo un forte bisogno e loro di noi, se tutto sarà on line allora perderemo questo senso di comunità.
I supporters del digitale affermano che l’mp3 abbia portato la democrazia nel mondo dei clubs perchè oggi chiunque può diventare un DJ senza dover spendere un sacco di soldi. Pensi davvero che questo avere tutto e subito sia una forma di libertà?
Troppi Dj’s + troppi produttori = poca musica di qualità. Gli mp3 sono di bassa qualità e suonano molto molto male. Questo la dice tutta! prova a mettere un disco dopo un mp3 in un club e sentirai che differenza!!!

Che tipo di dischi ti piace comprare oggi?
Vinili colorati con le copertine bianche che non hanno nomi!! Edizioni limitate che non escono in digitale!
Hai girato il mondo dietro la consolle: quali sono per te le prossime capitali del clubbing?
Mi piace Istanbul, sempre pazza e selvaggia, ma come capitali del clubbing beh queste sono sempre meno. Si sente solo di Berlino, Londra o Ibiza.
Che cos’è per te la musica elettronica?
Rappresentava un’ottima alternativa al lavoro in ufficio ma non lo è più! Ora lavoro in un negozio di biciclette ed è con questo che pago i miei conti! La musica elettronica rappresenta il modo in cui trasmetto, attraverso le macchine, le mie idee agli altri a cui possono piacere o no.
Grazie mille per il tuo tempo David ma prima di salutarci dicci qualcosa sui tuoi prossimi progetti…
Oh ma è chiaro: aprire un negozio di bici che venda dischi!!

Federico Spadavecchia

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