Blood on the Dancefloor: Regis @ Stereo

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Sta diventando una tradizione inaugurare un nuovo anno di clubbing con una trasferta a Torino, la città al vertice contemporaneamente del triangolo della magia bianca (con Lione e Praga) e di quella nera (insieme a Londra e San Francisco) ma soprattutto, per quello che è il nostro campo d’esplorazione, è la punta della scena elettronica italiana.
Forse sembrerà una forzatura ma a poca distanza dal Club Gamma, nostra meta, sull’altra sponda del Po, sorge la Chiesa della Gran Madre, considerata dagli occultisti il tempio più magico della città, sul cui frontone una scritta recita: “ORDO POPVLVSQVE TAVRINVS OB ADVENTVM REGIS” (La nobiltà e il popolo di Torino per il ritorno del Re). Indizio inequivocabile sull’ospite d’onore della serata.
Karl O’Connor da Birmingham, in arte Regis, non è solo un Dj ma è una leggenda vivente della Techno: dotato d’incredibile abilità nella produzione è stato uno dei principali responsabili della fusione tra il nuovo sound venuto da Detroit e l’industrial britannica. Nel 1991 è già protogonista indiscusso dei dancefloor di tutto il continente specie in coppia con Anthony Child meglio noto come Surgeon, con cui forma i British Murder Boys.
Il suo ultimo sodalizio artistico, con l’americano Function, ha permesso la resurrezione della Techno dopo un coma decennale. Avete capito benissimo: stiamo parlando di Sandwell District.
Ma come ci si prepara per conoscere un personaggio così importante? Sarà un raffinato filosofo come Kode9 o un genio con la testa tra le nuvole alla Lory D?
Uscito dalla stazione sono immerso in questi pensieri quando un cazzone anglofono inizia ad urlare affacciato al finestrino di un’auto. Al volante c’è Alessandro (uno dei ragazzi di Stereo) e facendomi segno di salire a bordo mi presenta Regis.
Avete presente il telefilm Misfits? Ecco Karl potrebbe essere tranquillamente uno dei suoi protagonisti (è identico a Rudy in tutti i sensi!!): un gentleman nascosto sotto una spessa scorza da hooligan tutto birra, battutacce, sesso e droga, insomma il perfetto compagno di scorribande notturne, che quando viene a sapere che mi sono scoppiato 2 ore di treno apposta per lui mi domanda sincero se fossi completamente scemo!
Tra improbabili teorie su come gli antichi Romani inventarono il genere porno bestiality liberando al Colosseo i leoni mentre lesbiche cristiane lottavano nel fango, e lezioni su tipici cori da stadio contro l’odiatissimo Aston Villa, arriva il primo momento serio: il soundcheck al Gamma.

In mezz’ora di prove libere Regis mette a ferro e fuoco l’impianto con vortici dub e scudisciate di TR 909; le basi per una performance memorabile ci sono tutte.
Approfittando della sua commozione davanti ad un classico aperitivo italiano (”voi avete del cibo incredibile! In Inghilterra pagheresti almeno 70 Sterline per una cosa del genere!!!“) gli faccio un paio di domande su quella che è la notizia del mese vale a dire la chiusura della label Sandwell District. In realtà, mi spiega, il problema principale sta nel fatto che, anche se a Berlino la musica gode di ottima salute, l’industria discografica è praticamente ferma, ed a questo punto è meglio dire “fuck labels!” e stampare qualcosa solo quando se ne sente davvero il bisogno prendendosi tutte le libertà del caso.
La nostra cucina non è l’unica passione che l’artista inglese nutre verso l’Italia, e rimarca il suo amore per il patrimonio culturale del Bel Paese (oltre che, in particolare, per le donne che reggono ottimamente l’alcol…) affermando che “tutti amano gli Italiani, beh forse non i Francesi, ma tanto loro sono odiati da tutti, siete voi Italiani stessi a non volervi bene abbastanza!
Anche a proposito dei suoi punti di riferimento Karl ha le idee chiarissime: “Prima di Dan Bell c’erano i dinosauri!! Fuck Derrick, fuck Kevin…beh no, Kevin no (e non solo perchè è grosso!) ma Derrick grrr… (effettivamente May è famoso per il suo caratterino: la prima volta che si incontrò con Saunderson rimediò una papagna sul muso per non essere riuscito a tenere a freno la lingua n.d.r.)”.
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Ma basta con i convenevoli si è fatta ora di fare sul serio, e al club Rob sta già scaldando l’ambiente con una dub tech viaggiosa ma dalla battuta sostenuta e decisa. Si accendono i semafori e al verde Gandalf scatta dalla pole position.
Matteo è uno degli ultimi esemplari di Dj resident, capace di adattarsi all’ospite di turno, permettendogli così di proporre direttamente il proprio sound senza transizione, ma lasciando sempre l’impronta della sua personalità.
Appassionato di diversi stili questa sera è il suo lato Techno a prendere il sopravvento. Le chicche? Baby baby di Floorplan aka Robert Hood e direttamente dagli anni ‘80 You di Boytronic.
Una fitta nebbia di riverberi annuncia il cambio di consolle, lo sguardo da guascone sparisce per far posto all’artista. Regis è al comando.
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Per tre lunghe ore, che sembrano scorrere compresse in pochi secondi, siamo protagonisti di uno dei migliori film steampunk mai girati. L’inizio dub richiama i tempi degli Ugandan Speed Trials con Mick Harris (Scorn), quindi è una macchina che si ribella al controllo umano come forse nemmeno i Clock DVA si sarebbero aspettati.

Lo show è un ibrido tra djset e live portato avanti semplicemente con un Mac e un vecchio controller midi. Gran finale con un remix della mitica Infiltrate 202 di Altern 8; sullo sfondo uno sconsolato buttafuori cerca invano di farci smettere di saltare per poter finalmente andare a dormire.
Un applauso inoltre va fatto al pubblico di Stereo, che ogni volta dimostra grande preparazione ed entusiasmo ben amalgamando giovani e veterani.
La festa ora continuerà al Doctor Sax per l’after hour ma arrivato davanti all’entrata sento che le gambe non mi reggono davvero più e vista la distanza dalla stazione è meglio tornare indietro.
Come si dice da una certa altra parte: don’t forget to go home!!

Federico Spadavecchia

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