Movement & Fluido: KKlubbing senza pietà

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T.T.T. ovvero Two Technodays in Turin oppure tutto cio’ che è assolutamente doveroso portarci nel 2007.E’ Febbraio ed è tempo di riflessioni e di buoni propositi per il nuovo anno come recita la solita tradizione. Vogliamo soffermarci sul fatto che dopo il festival club 2 club, Torino si ritrova ad esser capitale della musica elettronica nello specifico del genere techno, per la fine del 2006.

Il fuoco alle polveri viene dato da MOVEMENT, appuntamento di risonanza internazionale,dove per la prima volta dalle Olimpiadi, il Foyer del PalaIsozaki cioè il Palazzetto Olimpico viene allestito come big dance hall aperta al pubblico. L’occasione è la chiusura dell’anno dei XX Giochi Olimpici Invernali e lo scopo è creare la location italiana del mitico Detroit Music Festival, che con la città piemontese si rispecchia nel esser una motor city.

Partiamo: per l’Italia Lorenzo Lsp – Federico Gandin mentre per gli U.s.a. i fathers, Derrick May e Kevin Saunderson. Il primo noto nell’ambiente house dello Stivale poiché fondatore della Latin Superb Posse mentre Federico Gandin, resident della famosa serata “La Tana@Fluido”, dispensatore della techno tout court è la vera chiave di volta organizzativa e fattiva della due giorni sabauda.

L’ambientazione del PalaIsozaki non ha nulla da invidiare ai festivals e raves internazionali: impianto audio eccellente, attrezzatura video altrettanto,acustica buona, coreografia che fa il verso alla cerimonia d’apertura dei giochi. Spazi enormi tali da far apparire non cosi’tanta la folla di gente accorsa, costi di food&drink sufficientemente equi, il pubblico totalmente variegato ma con parecchia gente assolutamente adulta che banchetta festosa negli appositi privè e last but not least un sacco di girls. E gli artisti?Dopo un intro da opportuno cerimoniale di Lorenzo L.s.p. , è Gandin a fare gli onori di casa fino a tirare il set a Kevin Saunderson chiosando e facendoci volare con una frech kiss d lil Lousie evergreen. Precisa la tecnica, ampia la cultura musicale a riguardo.

Il primo però americano spiazza tutti:suona con il traktor (incredibile!) accenna ad un semi live ma soprattutto non lo si era mai sentito cosi’veloce, grintoso, squadrato, duro, un funk alieno centrifugato dall’albero a camme di un ipotetica monoposto guidata da M.schumacher dove x il groove ci sembra di esser al cospetto di un clone di Robert Hood! Scordatevi la soul- full alla Inner City! Un ora e mezza abbondante di scudisciate che in un crescendo da urlo terminano vorticosamente nel tris conclusivo Good Life, Big Fun, Traccione minimal techno pre 2000 di Richie.(Hawtin n.d.r.). Da evidenziare nel durante, una chicca come omaggio all’Italia:giro di sinth di another life di Kano.

Derrick May non segue il compagno,decidendo invece, sempre con la bravura che lo contraddistingue, di smorzare un po’ i toni e giocare con la sua tavolozza di suoni/ritmiche palesando il set a tratti più housy a tratti più techy alternando comunque suoni più old a ritmiche più fresche come “Rej” di Ame; sembra volesse dispensarci una “degustazione” sonora del suo operato e dei gusti musicali invece che prediligere la tecnica e l’unità di intenti rischiando tuttavia di dar l’impressione di non essere padrone dello scopo da raggiungere. Coi vinili è maestro, l’unica nota stonata è una puntina beffarda che all’incipit ha reso problematico il set.

2 Giorno
Prima di iniziare la descrizione della seconda serata è doverosa una digressione su tutto cio’ che l’ha generata; mi riferisco alla crew La Tana!ed al club Fluido. Orbene l’ospitalità riservatami è stata oltre qualsiasi rosea aspettativa tale da farmi sentire un reuccio alla Luzzato Fegiz al Festival di Sanremo. Cena presso il locale stesso con la presenza degli artisti guests e di tutto lo Staff compresi ovviamente i djs resident per poter agevolare al meglio il mio lavoro e darmi una panoramica piu’ampia di cio’ che poi ruota attorno all’esibizione. Clima cordiale e friendly, ottimo come inizio serata. Passiamo ora al Fluido.Posto in Viale Cagni 7 presso il Parco del Valentino oltre a ricordare il Watergate berlinese per la posizione, gode di una splendida visuale. Ed è suddiviso in tre sezioni: un music bar, il ristorantino ed infine la dance hall.

E’ da qui che si riparte con l’ottimo Gadalf che giocando in casa non fa altro che rafforzare lo sfoggio del suo talento ed il nostro giudizio su di lui; egli ha l’arduo compito di scaldare il non grande dance floor che via via si fa sempre piu’ gremito e prepararci al good clash. Obbiettivo centrato,tutti approvano. Sale in consolle Joris Voorn e l’aspetto che reputo evidenziare come fondamentale riguarda sia il suo essere a proprio agio e sia la sensibilità artistica, il “touch” nonostante io preferisca personalmente di gran lunga l’uso del vinile in confronto coi cdj. Stiamo parlando di un ragazzino (20enne?) olandese che sebbene sia cresciuto ascoltando e facendo musica, suona come un baby Kevorkian od un produttore/dj esperto di New York o Chicago. L’ atmosfera in cui è in grado di calarci è quella della house anglo/americana post Summer of Love dei Fab ‘90s, ricordando che l’humus musicale dei Paesi Bassi nel quale si muove è radicalmente differente, fatto dall’elettro/italo disco alla I_F dalla techno hard,dalla schranz e dal breack-core. Due ore esatte e poi ,mentre parte Deetron” a tre piatti” si compie il miracolo: Derrick May e Kevin Saunderson vengono ad omaggiarci della loro presenza, per assistere ai colleghi e a danzare con noi!!!

Sul set dello svizzero non si può dire nulla dato che il fatto che The Innovator ne approva tecnica e sonorità proposte: si sentono passare in rassegna tracce memorabili U.R. (J.Mills,Octave One) e tracce ottime di artisti affermati(A.Smoke,Ame), lasciandoci tutti a bocca aperta perché emula la stessa parte finale del set di venerdi’ di The Elevator come a voler contraccambiare il favore degli americani giunti al club e quando mi fa letteralmente staccar la lingua dalla bocca della tipa per urlare Blue Monday dei New Order.

Ecco che trascorse un altro paio d’ore, possiamo ben affermare che anche il pubblico è stato spettatore attivo e cooprotagonista: molti erano venuti per ascoltare gli artisti(cosa rara in Italia in discoteca), tanta voglia di divertirsi, ballare, scatenarsi senza stupidi eccessi ma con il pieno controllo di se; persone adulte no fashion victims che si differenziano dall’attuale fotografia del tipico clubber italiano minorenne,attento solo alle griffe ed ad atti di bullismo gratuiti (le risse).

Insomma atmosfera berlinese in terra sabauda come non se ne trova!!!

Ma ormai travolti in un loop di sorprese,dobbiamo registrare gli oltre 45 minuti ulteriori,di back to back con tutti i supporti, dei due djs fino a culminare con J.Voorne che mette l’ultima fatica di Deetron.
Lascio il Fluido con gli addetti ai lavori, mentre i bagliori mattutini riflessi sul Po si palesano come fuochi fatui ricordandomi Rime of The Ancient Mariner di Coleridge. Grazie di tutto ed a tutti di cuore.

Per concludere, oltre i bagordi auditivi, Torino ha fornito la possibilità di far godere anche gli occhi,ospitando in quei giorni( precisamentedal 14 al 17 dicembre) Resfest , il Festival itinerante del cinema digitale che si svolge in più di 40 città sparse nei cinque continenti , manifestazione di riferimento internazionale per le ultime generazioni di filmmaker, talenti emergenti , appassionati di nuove tecnologie applicate all’ambito visivo.

Presso il Museo Nazionale del Cinema alla Multisala Massimo,ho potuto assistere a Visual Muzik, viaggio nella produzione di artisti che hanno unito il concetto di musica visuale, di ricerca tra audio e video,spesso fruibile attraverso live-performance. Erano presenti le opere di Karl Kliem, Meta, Ryoichi Kurokawa, Tez, Jeffers Egan, Reline 2, Semiconductor. Il tutto pensato e realizzato da Digicult e dall’ottimo Marco Mancuso che mi ha offerto letteralmente la video colonna alternativa di questa due giorni di tecno-delirio. Laptop & Martini di Otto Von Schirack su ognicosa. Da segnalare la sezione di cortometraggi Fear and Trembling che considerail nuovo filone horror dilagante nella recente produzione cinematografica.

Simone KK Deambrogi

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