Koo Editions e la prima edizione discografica “phygital NFT”

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Il 1 marzo 2023 Koo Editions ha fatto uscire un’edizione phygital [fisica + digitale] in anteprima mondiale.
Si tratta di un disco in vinile accompagnato da una stampa d’autore firmata e accompagnata da un NFT, abbreviazione acronima che sta per Not Fungible Token.
La novità non sta appunto nel phygital in sé (che già esisteva ad esempio con i codici inseriti nei dischi che permettevano di scaricare le tracce audio in digitale), ma bensì nel fatto che ora esiste il phygital NFT, nel senso che la parte digitale dell’oggetto è in NFT, non in .jpg, .mp3, o altro. Questa è una differenza sostanziale perchè include unicità e certificazione, dunque valore, nell’oggetto, a fronte della possibilità di duplicazione dei normali files audio/video (per questo motivo non può esistere un mercato legale di comuni files usati).
L’anteprima di Koo Editions consiste dunque nell’aver incluso un’edizione discografica in un’edizione phygital NFT, che generalmente esiste per le immagini non abbinate a supporti fonografici.
Nello specifico la collezione di stampe in NFT prodotta da Koo Editions è riferita al progetto QAL dell’artista Ali Phi.
QAL è un anti-tappeto digitale interattivo che l’artista ha presentato precedentemente a Teheran. Questo tappeto appare infatti su uno schermo verticale, e anzichè essere statico come un normale oggetto, varia in modo interattivo a seconda dei movimenti della mano dell’utente, seguendo le geometrie e le proporzioni canoniche impostate dall’artista attraverso un software da lui appositamente realizzato.
Alcuni frame di questo lavoro scelti dall’artista sono diventati una serie limitata di 25 stampe firmate. Scansionando il QR nel retro della stampa si stabilisce il collegamento immediato con il rispettivo NFT, che è un’immagine ad essa identica e digitalizzata in modo unico su blockchain. Questo avviene per tutte le stampe della serie qui riportate: E’ importante notare che ogni NFT continua a certificare l’opera materiale di riferimento anche se viene venduto, e passa ad un altro proprietario: è come se l’NFT fosse il libretto di un’auto che viene venduta, e dunque riporta anche i dati del nuovo proprietario (oltre a quelli del precedente), ma la targa dell’auto…Rimane sempre la stessa.
Per questo l’edizione phygital NFT in un certo senso sdoppia il valore dell’opera, nell’atto stesso di certificarla, rendendola trasferibile sulla blockchain di Ethereum.
La tecnologia blockchain, essenzialmente una catena di blocchi che nasce come tecnologia di criptazione dati, è stata creata allo scopo di assicurarne la transazione sicura tramite un registro aperto e distribuito, non senza dispendio di energia e conseguenti costi.
Inizialmente era riferita alla creazione della cryptovaluta Bitcoin, ma è successivamente, nel 2013, con la comparsa della blockchain Ethereum, che si apre la possibilità di creare smart contracts in modo popolare, e dunque anche NFT. Grazie agli smart contracts è infatti possibile chiaramente sancire e automatizzare la ridistribuzione del valore, del diritto di seguito e della transazione della proprietà durante il trasferimento).
L’idea di questa edizione phygital NFT in campo discografico nasce nel 2022 unitamente all’idea di uscita di una serie limitata di vinili e fotografie firmate di Phill Niblock, artista ormai novantenne di estrazione Fluxus, regista, musicista nonchè inventore dell’intermedia negli anni ’60.
Nel corso dello studio della nuova tecnologia un nuovo artista dell’etichetta, Ali Phi, artista multimediale e musicista di origini persiane residente in Canada (come il russo Vitalik Buterin, creatore di Ethereum), propone di provare a farlo con del suo materiale, vista la sua preparazione ingegneristica e la sua dimestichezza con gli NFT.
Ali, tuttavia, non era mai uscito su vinile, e questa idea di unire il tradizionale analogico e il nuovo digitale piaceva ad entrambi.
Notiamo che l’algoritmo nacque proprio in Persia, attuale Iran, nel IX secolo d.c., ad opera del matematico Mohammed ibn-Musa al-Khwarizmi (“al-goritmo” deiriva appunto dalla lettura non araba del suo nome), e non ad opera di Turing, come riportano alcuni testi influenzati dal pensiero imperialista di matrice anglosassone.
L’avanguardia invece, nasce in Italia con il Futurismo, e si sviluppa poi in Russia. Il tema del valore dell’originalità dell’opera, dell’originalità, dell’autenticità, viene messo in discussione nel corso a più riprese del ‘900, in quanto dapprima le macchine tipografiche, la camera oscura, e poi il digitale diedero la possibilità di duplicare all’infinito ogni singolo oggetto in modo assolutamente identico a sé stesso.
Siamo qui di fronte alla principale consapevolezza del fatto che l’NFT rappresenta il ritorno dell’aura dell’opera d’arte, così come intesa secondo Benjamin, data dall’inedita possibilità dell’unicità autenticata di un file digitale, che torna magicamente a essere “l’originale”, e in questo caso anche testimonianza e prova dell’esistenza e dell’originalità dei contenuti impressi su supporti materiali deperibili. Al di là dell’attuale speculazione attuata attraverso oggetti di dubbio valore storico e culturale trasposti in NFT, si può intendere questa relativamente nuova tecnologia digitale decentralizzata, la cosiddetta blockchain, come un mezzo per preservare i contenuti certificati attraverso la creazione di Not Fungible Token, i cosiddetti NFT, strumenti archivistici rivoluzionari in grado di potenziare l’autore e il suo controllo sulla propria opera, sia in senso popolare che archivistico.
L’NFT da collezione è un nuovo oggetto curato e proposto da Koo Editions che verrà affiancato ai supporti fisici con l’intento di stabilire l’originalità attraverso l’autenticazione, perseguire la conservazione, esplorare le possibilità di circolazione degli oggetti curati in una prospettiva a lungo termine, seguendo lo spirito indipendente e l’audacia dell’etichetta, che prosegue a piccoli passi verso l’ignoto.

Giovanni De Donà