Giosuè Impellizzeri “Gigolography” (Crac Edizioni)

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Helmut Josef Geier, Dj Hell, è stato uno dei principali traghettatori della musica elettronica nel nuovo millennio.
La sua International DeeJay Gigolò Records resta l’ultimo esempio su larga scala di etichetta che, partendo dal sottobosco, è riuscita a dettare la tendenza nei campi più diversi, coinvolgendo un pubblico molto più vasto di quello dei soli clubber.
All’inzio degli anni 2000 Hell era un volto ben noto tanto ai raver quanto alle copertine patinate delle riviste di moda. Party esclusivi post finale di Champions, mega festival o sfilate di firme prestigiose, per essere considerati eventi degni di questo nome dovevano per forza prevedere ai piatti il biondo di Monaco.
Nel 1996 un suggerimento di Jeff Mills e l’intuizione di mollare la Disko B per dar vita a un nuovo progetto discografico, a metà strada tra le fantasie sci-fi detroitiane e il luccichio Pop anni ’80.
L’architettura della Gigolò è sorretta prevalentemente dalla visione di Hell, tanto nitida da guidarlo con facilità a reclutare gli artisti giusti (pubblicando hit di portata mondiale e lanciando vere superstar della consolle) e fargli capire che l’orologio della musica aveva iniziato a girare all’inverso. Quel futuro tanto atteso anzichè portare con sé macchine volanti spalanca invece le porte alla retromania teorizzata più tardi da Simon Reynolds.

Giosuè Impellizzeri è un punto di riferimento del giornalismo techno italiano, scrive da praticamente vent’anni e gran parte della sua storia è legata a doppio filo con quella della Gigolò; sicuramente la persona più adatta per curarne una monografia accurata. Hell in persona avrebbe desiderato attribuirle un numero ufficiale del catalogo.
Giosuè è stato infatti tra i primi nel nostro Paese a fiutare il potenziale della label, e a mettersi in contatto con lei a colpi di fax, come si usava all’epoca senza social network o email.
Con lo stile scorrevole e incalzante che lo contraddistingue, l’autore ripercorre la vita del progetto raccontando nella prima parte del libro (i cui capitoli seguono l’ordine di icona/logo che l’hanno caratterizzata) uno spaccato di storia recente: le vicende di un mondo che stava irrimediabilmente cambiando, con la musica da club per la prima volta a far fronte alla grandezza del suo stesso passato. Il focus quindi si allarga per approfondire il c.d. electroclash, un non genere basato sulla fusione tra techno e wave anni ’80, e documentarne le principali realtà, compresa la lotta per il titolo di Padrino.
La seconda parte, invece, prende le mosse dalle singole release.
Le recensioni così concatenate, non si limitano a descrivere i dischi in sé, ma offrono al lettore un quadro preciso della vita dell’etichetta. Attraverso un’indagine ricca di dettagli e aneddoti, è possibile farsi un’idea chiara delle ragioni del suo successo e della progressiva caduta.
Su tutti troneggia la figura di Hell, estroso padre-padrone che, per le sue politiche poco convenzionali e per il modo di trattare gli artisti, ricorda molto da vicino Malcom McLaren.
Nata per soddisfare giusto un gruppo di Dj dai gusti sofisticati, la Gigolò conquista prime pagine, trionfa nelle vendite e brucia come una cometa che non vuole spegnersi. Una storia intrigante raccontata con la precisione dello storico, la passione del fan e la penna di un romanziere navigato.

Federico Spadavecchia

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