“Dance Calling in Asti, italy was also great! a rave in the woods! proper! and crowd had amazing energy! mille grazie!”
La sintesi migliore, per descrivere le vibrazioni dell’ultimo sabato notte, appare quando non sono ancora trascorse 24 ore dalla fine e direttamente sulla pagina facebook gestita da Christian Smith, eroe di questa edizione estiva di Dance Calling immersa nel verde del parco Lungo Tanaro. E non poteva esserci riconoscimento più prestigioso (e meritato) per i ragazzi che hanno dato vita a un evento quasi perfetto: per la musica proposta, la cura mostrata nell’organizzazione e la calorosa risposta del pubblico.
Flashback #1. Da qualche tempo, seppur da lontano, attraverso contatti comuni e notizie di serate, seguivamo con particolare interesse l’attività di questa giovane ma coraggiosa organizzazione piemontese. Da quando aveva iniziato a crescere e a concedersi i primi ospiti, nomi di grande fascino ma mai inflazionati. Ricordiamo l’inattesa data di Robert Babicz, in live set, che ci fece gola l’anno scorso. E a questo giro, complice una delle rare apparizioni italiane del leggendario producer svedese, abbiamo finalmente rotto gli indugi. Genova – Asti, quindi. E il richiamo della danza.
Anche se il primo dj in scaletta era previsto già alle 16 del pomeriggio, al momento del nostro arrivo l’afflusso al parco sembra stentare ancora. Sono passate da poco le 21, il sole non è ancora tramontato e la musica risuona già in tutta la sua perentoria potenza, attraverso l’ottimo impianto. Di marca (emiliana) RCF.
Dei resident in scaletta abbiamo modo di apprezzare Raf Dask, la coppia formata da Krishi e Lo2, quindi è toccato al primo ospite: Gandalf dalla crew Stereo Torino.
Impeccabile per nitore sonoro il primo, anche se per pochi intimi. Amfetaminici i secondi, a tratti anche troppo irruenti, con le attenuanti generiche di dover gestire un back to back di musica techno, mai un affare semplice, e aver scelto di suonare con i vinili, la qual cosa ce li fa applaudire senza altre obiezioni.
In pieno controllo del suono e di una pista a questo punto ormai gremita il terzo, che dopo una forzata rivoluzione della timetable si ritrova ad aprire per Christian Smith.
L’inizio del quale è quindi slittato di un’ora, ma non importa poi tanto, perchè il momento è arrivato. Lui è qui, e sorride pure.
Flashback #2. Avevamo già intercettato il dj Christian Smith in occasione di uno showcase Systematic, due anni fa in Amsterdam, durante l’ADE, e di lui ci avevano entusiasmato lo stile trasudante passione e la tecnica, da dj consumato. Capace di tenere il pubblico sulla corda come di lanciare il ritmo a rotta di collo, un istante dopo, senza perdere contatto con un solo ballerino nell’arco dell’intera serata.
Questa sera conferma le sue doti anche al di fuori dei club, nella cornice all’aperto di un rave.
Inserite penne usb su 2 dei 3 cdj a disposizione, l’agitatore di tante stagioni techno sempre in prima linea e mai in piena luce, che a distanza di oltre un decennio dallo storico sodalizio artistico con John Selway si ritrova ancora a gestire la Tronic, label ancora tra le più vitali nel digitalizzato panorama elettronico odierno, inizia un’elastica, progressiva esposizione del suono che ama.
Solo dopo un’ora seleziona il primo pezzo con un sample vocale, che sembra spezzare il gioco continuo di tensione e rilasci. Poi il ritmo torna affilato, sempre sostenuto da bassi pieni e rotondi.
Tower, da Omakase, la scintillante raccolta uscita quest’anno, esce alle 2:18. Alle 2:26 la voce che si fa strada sgomitando nel mix -sgusciando con attenzione attraverso la cristalleria di casa- dice ripetutamente “Bass…”
Arriva anche il classico recente: è Grindhouse di Radio Slave, sono le 2:41 e House This House, già su Plus8, adesso sembra nata apposta per seguirla.
Ora che la persona che la suona e il suo creatore coincidono.
Mix dopo mix si fanno le 3 e dietro le consolle si fanno vivi gli italiani The Dolphins, che dai primi passi con la Ocean Dark sono finiti su etichette dai connotati techno più marcati, come Affin, Sci-Tec e la stessa Tronic, il cui label owner non sembra ancora intenzionato a lasciare il mixer in mano loro, dopo oltre 2 ore di set.
E chiude, poi, con Diabla di Funk D’Void: la versione sua con Wehbba. Grandissimo.
Siamo costretti a saltare l’act conclusivo per affrontare il viaggio di ritorno, in auto, ma la festa prosegue. Per i giovani di Asti, come quelli di Benicassim la sera prima.
E i tanti che torneranno alle rispettive case con i primi treni, quando l’alba sarà già alta.
Emiliano Russo