Bloc Weekend ’10

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Eppure al terzo giro pensavo di esserci abituato, credevo di poter fare 3 giorni abbastanza tranquilli tra un tuffo in piscina e la sera a ballare con gli amici ma non c’è stato proprio verso di contenere l’emozione di essere di nuovo a Minehead, alla quarta edizione del BLOC Weekend, il più incredibile festival mai organizzato.

All’interno del Butlins Resort ci aspettano sei palchi assediati dai potentissimi impianti Funktion One comandati dai migliori generali del Techno esercito mondiale, presente con tutte le sue divisioni speciali.

Il Bloc non è infatti solo la casa del dubstep, ma anche dei padri fondatori della scena. Nel 2009 ci siam goduti tra gli altri Aphex Twin, Future Sound of London e Carl Craig, quest’anno Model 500, Autechre e Derrick May.
Con i miei compagni d’armi siamo passati attraverso 24 ore EFFETTIVE di musica, spalmate su tre giorni, iniziando con la giovane promessa Subeena che stampa su Planet Mu e finendo domenica notte sulle melodie di The Innovator. Ad oggi non c’è manifestazione a poter reggere il confronto con la sua line up, oltre 80 musicisti in tabellone ed è quindi ovvio operare delle, talvolta dolorose, scelte.

Il primo act di fama cui assistiamo venerdì è il back to back di Scratcha e Roska. I due ragazzi di colore scrivono una nuova pagina sul libro dell’house music mescolandola col dubstep più sporco e il 2step più sensuale. La loro attitudine interamente party oriented alterna a colpi di back spinning raffinati momenti deep ad anthem dal basso a catena, magari non troppo ricercato ma di grandissimo impatto.

Il premio di miglior performance della serata va però a Neil Landstrumm, ormai ben oltre i suoi limiti, come se i suoi tre ultimi album (caso guarda su Planet Mu) fossero dei passi necessari per avvicinarsi al dubstep prima e al wonky beats poi, per infine tornare alla techno belga degli anni ‘90 (leggi R&S rec.) in un unico flusso armoniosamente devastante.

Di Joy Orbison invece, famoso per la hit su Hotflush Hyph Mngo, possiamo dire che è meglio in veste di producer che come Dj alla stessa maniera di Martyn ma, a differenza dell’Olandese, Joy , come da tradizione Uk garage, sa guadagnarsi il favore delle signorine in pista.

Torniamo ai 4/4 con il sontuoso set di Omar S e sincermante è difficile accettare che un mostro di bravura come lui debba ancora lavorare in fabbrica per mantenersi. Detroit non è mai stata così dolce e malinconica in un bizzarro contrasto con la fama dell’artista noto per essere un discreto stronzo!

Chiudiamo l’inaugurazione con Youngsta, unico del giro a proporre dubstep old school.

Bisonga recuperare energie per sabato, e la sua maratona di 11 ore!!!

Alle 18.30 infatti siamo già a ballare con Appleblim e Peverlist, vale a dire due terzi della gloriosa Skull Disco, che oggi sono ai vertici della nostra classifica di gradimento. Louis aka Appleblim è un artista poliedrico che non si accontenta mai e a lui dobbiamo la mutazione house del new Bristol sound. Ma questa è la quiete prima del terremoto: Pinch vs Distance è una scossa da 10 grado della scala Mercalli, la profondità del suono della Tectonic rec. si fonde con la carica hardcore della Planet Mu spintonando il pubblico da una parte all’altra del dancefloor come foglie nel vento.

E, in ideale seppuku, ci autoifliggiamo il colpo di grazia andando a sentire la seconda metà del live dei 16:bit, un martello a percussione per inchiodare i ballerini al soffitto! Altro che Crookers e scoreggie simili che scimmiottano l’electro, qui si fa sul serio anche quando l’atmosfera è delle più spiritose con rimandi alla scena 8 bit, agli anni ‘80 e naturalmente alla happy breakcore.

Spetta a Tikiman il compito di rilassare le sinapsi con la sua calda voce sciamanica mentre sua maestà Mark Ernestus, co fondatore di Hardwax, oscura con una densa coltre dub ogni raggio di sole uno alla volta con una performance metà live (per i pezzi propri) e metà dj set (tutti vecchi 45 giri). L’aria ipnotica della ganja viene quindi finfrescata con il beat energico ed asciutto di Joker che rimane il miglior nome de wonky beats, originale e mai (anche quando potrebbe guadagnarsi facili consensi) tamarro. Nell’altra sala anche Flying Lotus compie al meglio il suo dovere. Il set successivo del professore Kode9 (eh sì perchè siccome i Dj sono noti per essere drogati ignoranti dovete sapere che lui è docente all’università) è pura poesia peccato solo che Martyn sia troppo prevedibile da reggergli al meglio il gioco.

Ma ecco il momento più atteso della serata, il live dei Model 500, purtroppo in contemporanea con quello degli Autechre. Decidiamo così di seguire il cuore e andare da The Creator e Mike Banks per festeggiare con loro i 25 anni della label Metroplex. Due tastiere, una batteria elettronica ed un vocoder sono gli shuttle per portarci in giro per lo spazio. Mike all’apparenza è il classico duro di periferia per poi rivelarsi un amico sincero pronto a proteggere l’indifeso Juan che è in controllo solo quando canta. Alla fine di ogni pezzo infatti il suo sguardo si perde nel vuoto per qualche secondo.

Il nuovo live di DMX Crew è un’ipnotica danza acid per la gioia dei fanatici della roland tb 303.

Sono le 03.00 e corriamo alla sala TEC per il live di T++.

Questo artista è difficilissimo da vedere all’opera al di fuori di rare volte in quel di Berlino. Forse ai più suonerà come un nome nuovo ma in realtà stiamo parlando di un Dj ben conosciuto, sia con l’alias Various Productions che come compagno di Robert Henke nel progetto Monolake.

Niente da dire sulle sue atmosfere, sulla via tracciata da Scuba T++ ha aggiornato la Techno made in Berghain al post techstep.

L’alba vede protagonista Surgeon, con la sua performance sfonda muri A/V, con tanto di show yoga sul palco per ritrovare la pace dei sensi.

Siamo quindi arrivati alla domenica, ultimo giorno di festeggiamenti, che si aprono già alle 17 col dj set di Raffertie, una giovane promessa del mixer che i vari Justice e Crookers se li mangia a colazione con contorno di ultra bassi, moderno funky groove (mica come certa gente che ha bisogno di Beyoncè) e Pop distorto.

E a proposito di Pop, ecco, vedere ai piatti una leggenda come Mix Master Mike dei Beastie Boys può davvero insegnare tante cose!!! In un’ora di set ha suonato qualsiasi genere musicale con una tecnica da brividi, scratchando senza nemmeno guardare i piatti!!! Il Dj americano è riuscito a fare ricerca suonando Pop e ci ha lasciato di sasso quando ha mostrato la sua nuova passione per il dubstep!!!!

Nemmeno le otto di sera che il pubblico vestito a festa del BLOC (il tema di quest’anno era il matrimonio) è bello sudato, ma quando entrano in scena gli idoli Skream e Benga esplode il boato!

I Ringo Boys degli iper-bassi danno una lezione di stile immensa (e se uno come Mix Master Mike è rimasto per tutto il tempo sul palco a guardarli qualcosa vorrà dire) non risparmiando ai raver nemmeno una goccia di sudore. Picchiano con classe, sono mainstream e underground insieme.

A fine set ci riposiamo un po’ con le melodie electro di The Dexorcist che per l’occasione indossa una t shirt del nostro orgoglio nazionale, la Sounds Never Seen rec. di Lory D.

Ok il momento del gran finale è sempre più vicino e Joris Voorn mi commuove buttando sul piatto Sky & Sand di Kalkbrenner (che appena uscita avevo colpevolmente snobbato ritenendola una scopiazzata) e Around the World dei Daft Punk (con la quale ho mosso i miei primi passi nel mondo della dance tanti anni fa).

BLOC Weekend ultimo atto: Derrick May is in the house!

Serve forse dirvi che The Innovator non tradisce mai? Due ore di alta tensione tra old e new school con una chiusura jazz del 3000 in cui si suona galleggiando nel cosmo resa ancora più emozionante per la visita in consolle dell’amico Juan Atkins, siamo davanti ai Creatori della Techno!!!

Si spengono le luci e, ordinati (mica siamo in Italia…), usciamo a notte fonda dritti verso il nostro chalet a farci una bella spaghettata seguita dal sonno dei giusti, domani si torna nel mondo reale.

Federico Spadavecchia

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