Libertè Fraternitè Laurent Garnier

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Ci sono esperienze che si potrebbero raccontare prima ancora di viverle, quando nella stessa frase compaiono insieme parole come Cocoon club e Laurent Garnier, infatti, è facile capire al volo che si è davanti ad un film dove il protagonista principale è l’entusiasmo, e proprio per ciò avrei potuto buttar giù queste righe ancora prima di partire sicuro della riuscita dell’evento.

Alle volte poi si fanno sogni a cinque minuti dalla sveglia in grado di tenerti di buon umore durante il giorno; ecco il Cocoon è quel luogo dove quei cinque minuti si cristallizzano per tutta la notte. Lo deve sapere bene anche Karotte, un Dj che noi Italiani conosciamo solo perchè legato a Sven Vath quando in realtà è un personaggio storico della scena di

Francoforte, che lo ha giustamente scelto per festeggiare i suoi primi quarantanni.

Ma se già per il party si ha a disposizione un locale così incredibile, che cosa ci si può aspettare come regalo?

Beh il Dj preferito di Bugs Bunny (Karotte in Tedesco vuol dire carota n.d.r.) pensa bene allora di fare lui una sorpresa agli invitati: un set XXL del Maestro Laurent Garnier.

Il nostro padrone di casa infatti è già in consolle alle dieci e mezza di modo da lasciare quanto più tempo possibile al super ospite.

Per quanto riguarda la selezione di Karotte credo che nessuno meglio di lui attualmente possa rappresentare lo status del Pop nella musica elettronica da club: melodie, cantati housey e continui rimandi agli anni ‘80 fanno delle sue performance la colonna sonora ideale per una festa.

Come per il synth pop dai capelli cotonati certo non si tratta di sperimentazione, quanto piuttosto di mettere la tecnologia al servizio di belle canzoni orecchiabili, magari anche da canticchiare davanti allo specchio del bagno, senza tuttavia scadere in bieche logiche commerciali.

Quando entriamo è già mezzanotte e dopo aver subito il sequestro della mia preziosissima fugassa zeneize da parte di un buttafuori troppo zelante (spero almeno che se la sia mangiata lui perchè sennò 1) è uno spreco enorme e 2) è proprio pirla), siamo in esplorazione del diamante.

La prima cosa a colpire la nostra attenzione, specie quella di noi maschietti, è la quantità spropositata di donne presenti, belle ma soprattutto rilassate! Il grande pregio del Cocoon è appunto quello di mantenere un’atmosfera amichevole da scantinato pur essendo uno dei locali più eleganti d’Europa.

Nella saletta Micro la gente sta ancora bevendo seduta ai tavoli mentre Markus Fix ed i suoi compagni stanno allestendo la consolle, fatica se vogliamo anche un pò inutile visto che con il Genio parigino in main room qui non resterà nessuno.

Ed ecco che all’una e quarto lascia il pianeta Terra, Karotte prende il microfono e da il via a Laurent che ha preso posizione nella consolle bassa, solitamente usata per i live e per l’esibizione post Green and Blue di Ricardo Villalobos.

Se oggi Laurent Garnier viene giustamente indicato come il Dj numero uno al mondo è soprattutto per la sua sconfinata conoscienza musicale: nelle sue performance non esistono limiti di genere e non sai mai cosa ti ritroverai a ballare, come disse Joe T Vannelli (ebbene sì anche lui ogni tanto ne dice una giusta): “…persino di un grande artista come Micheal Jackson dopo che l’hai visto live tre volte ti stufi perchè lo spettacolo alla fine è quello, mentre un bravo Dj lo potresti andare a sentire tutte le sere perchè capace di cambiare completamente la propria performance sorprendendoti sempre“.

Bastano le prime note a renderci chiaro che la nostra concezione della Musica non sarà più la stessa: come le trombe dell’apocalisse, le melodie elettroniche iniziano a salire alzando la tensione a livelli d’isteria collettiva.

Col primo colpo di cassa si scatena l’inferno, non ci sono più barriere a trattenerci: nazionalità, religione, classe sociale, sesso, siamo un corpo solo e l’unico bisogno che sentiamo è quello di ballare, perchè solo muovendoci a tempo di musica riusciamo a conservare quell’incredibile stato di armonia e pace interiore che ci rimette d’accordo col mondo.

Questa sera Laurent ha però in mente qualcosa di veramente speciale, niente stile camaleontico ma pura PROGRESSIVE.

Attenti però a non farvi ingannare dalle apparenze pensando che si tratti di un set monotematico, nella musica elettronica infatti non si può intendere la prog come un semplice sotto genere come avviene per il rock; con questo termine si vuole più che altro indicare un’attitudine a manorvare le emozioni dei ballerini, alternando momenti più intensi ad altri più rilassati, melodie più orecchiabili a ritmiche di ricerca, affiancando tracce anche dagli stili più differenti.

La prima ora è un viaggio attraverso le atmosfere Global Underground dei bei tempi: basso oscuro, ipnotiche melodie ed un continuo passare dalla old alla new school, dall’acid house più classica a motivi di stampo neo trance.

Laurent è il nostro pifferaio magico, ha il controllo assoluto del dancefloor, se chiedesse ai presenti di buttarsi nel Meno lo seguirebbero tutti senza alcuna obienzione; le dimensioni parallele che apre con i suoi dischi ci hanno ormai trasportato su un altro pianeta, il pensiero di lasciare la pista per pochi minuti magari giusto per andare in bagno o al bar è un tragico tormento!

Il ritmo sale e si distinguono chiaramente le note dell’Every dog has its day lp di Jeff Mills, il tema portante è sempre sci-fi.

Ormai l’Enterprise viaggia veloce attraverso l’iper-spazio, quando davanti ad una nube d’asteroidi deve obbligatoriamente rallentare la sua corsa; niente da fare quei massi rocciosi sono troppo grandi per schivarli bisognerà polverizzarli con i cannoni dubstep a raggi ultra bassi!

Per una buona mezz’ora (coincidente con la classica pausa di un set prog) l’intero club/ufo è scosso fino alle fondamenta da frequenze cavernose e oscure.

Una volta però superato il momento di difficoltà galleggiamo in un cielo stellato per cui via con i festeggiamenti: che vengano suonati i pezzi più allegri, che The Man with the Red Face (Mark Knight & Funkagenda remix) possa farvi scatenare oltre ogni limite!!!

Quando il fiato vien meno alle trombe, tocca quindi a malinconici accordi tenerci tesi alla consolle, come a voler abbracciare Laurent, ballando con le lacrime agli occhi.

E se c’è un tempo per piangere c’è anche un momento per essere forti e guerrieri; il richiamo per la battaglia è Mentasm di Joey Beltram e non saranno accettati prigionieri!!!

Alle 6 passate dopo ormai 5 ore di performance e sudore Laurent chiude con un brano che potrebbe essere benissimo la We are the world, we are the children in chiave rave dal ritornello We are the kids of cyber illusion.

Garnier finisce tra gli applausi e Karotte ci rinchiude dentro la nuova area lounge del Cocoon per andare avanti con l’after hour. Peccato però che sia troppo gonfio per proporre un buon set che vada oltre i cassoni, anche se va comunque detto che dopo Messieur F Com persino Morricone avrebbe avuto seri problemi a mantenere quel grado di intensità e qualità.

Alle 8 e mezza la fredda aria di Francoforte ci riporta alla realtà, e, almeno per me, è uno shock troppo forte per tentare di superarlo in un altro locale: quando un sogno ad occhi aperti svanisce significa che è ora di andare a dormire.

Federico Spadavecchia

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