L’ottava edizione di Jazz is Dead! è un viaggio “dedicato al tema dell’infinito”, e si presenta come la più grande nella storia del festival: per numero di giornate, concerti, artisti coinvolti, collaborazioni e location.
“Mi piace immaginare un festival che non brilla di stars ma che vive e pulsa come una galassia appena scoperta”, scrive la direzione artistica. “Qui tutto finisce, qui tutto rinasce”. È il momento di una svolta, il segno tangibile di una trasformazione già in atto nella storia di Jazz is Dead!, che ha sempre saputo cambiare pelle.
I giorni di festival saranno quattro, al Bunker di Torino, tempio del clubbing e centro culturale indipendente nato dalla rigenerazione di un’ex area industriale nella zona di Barriera di Milano; è uno spazio in continua evoluzione, un crocevia di musica, arte, sport e sperimentazione urbana. Bunker è diventato un punto di riferimento per la scena underground e un modello di innovazione culturale e sociale. Le quattro giornate piene di suono e vibrazioni percorreranno le diverse sonorità che da sempre Jazz is Dead! porta sul palco: dall’elettronica all’avanguardia, dal pop al folk, dai suoni etnici fino, ovviamente, al rumore.
Venerdì 30 maggio
Ad aprire il festival, venerdì 30 maggio, sarà Ruth Goller bassista, cantante, compositrice e ambientalista. Un suono che fonde il jazz, la lirica e il post rock. Collabora con Alabaster DePlume, Marc Ribot, Shabaka Hutchings, Sons Of Kemet, Damon Albarn e perfino Paul McCartney. Presenterà in anteprima il suo album Skyllumina uscito nel 2024. Molto atteso è il ritorno dei The Necks, il trio australiano attivo dal 1987, difficilmente classificabile tra jazz, ambient, avantgarde, minimalismo. I loro concerti sono sempre un’esperienza unica e irripetibile, tornano a Jazz is Dead! dal lontano 2019. Qualche anno fa, in un lungo articolo comparso sul New York Times, lo scrittore Geoff Dyer li ha definiti “il più grande trio jazz della terra”. Una grande scoperta è quella delle Tarta Relena, un concerto in collaborazione con inner spaces, il duo vocale di Barcellona formato da Marta Torrella e Helena Ros. Le due cantanti esplorano la polifonia vocale, reinterpretando canti tradizionali del Mediterraneo e composizioni proprie, con un approccio minimalista che fonde antichi suoni con elementi elettronici. Duo rivelazione del 2024, già presenti al Primavera Sound e in cartellone al Sonar Barcellona 2025 grazie al loro disco Es Pregunta uscito per Latency. La catarsi continua con Bendik Giske, sassofonista norvegese con base a Berlino: un live ipnotico e d’avanguardia che spinge le potenzialità dello strumento all’estremo su basi minimali ed eteree. Il suo sassofono ha suonato al Berghain, il tempio della techno mondiale grazie al suo ultimo omonimo album uscito su Smalltown. A mezzanotte si prosegue con Loraine James, artista inglese la cui identità è stata costruita attraverso una miscela di composizioni raffinate, sperimentazione grintosa e programmazione elettronica imprevedibile e intricata. Dall’Inghilterra voleremo a Detroit e poi dritti nello spazio con i Dopplereffekt uno dei progetti più influenti e iconici della musica elettronica e techno, attivi dalla prima metà degli anni ’90, il duo è formato da Gerald Donald (fondatore del rivoluzionario gruppo afrofuturista Drexciya con James Stinson, nonché produttore come Japanese Telecom e Arpanet) e Michaela To-Nhan Bertel. Sintetizzatori e drum machine, il futuro è già passato.
Sabato 31 maggio
Il sabato sarà divertente, tutto da ballare e anche da cantare, aprono gli ShrapKnel duo della Wreckin’ Crew di Philadelphia formato da PremRock & Curly Castro, collaboratori di D-Styles, Billy Woods, Armand Hammer e Quelle Chris, sono supportati alla produzione da Elucid, altro cittadino dell’underground-hip-hop più esoterico, asimmetrico e visionario. Il loro ultimo album è uscito su Backwoodz Studioz. Ascolteremo ancora rime con un featuring unico tra i torinesi Funk Shui Project e la voce del siciliano/capoverdiano Johnny Marsiglia: soul, r’n’b tutto suonato, tutto cantato. Quando inizierà a farsi buio sarà l’elettronica a impossessarsi del festival, torna Matthew Herbert, uno dei più grandi musicisti e produttori di musica elettronica degli anni 2000, remixer e dj, anima jazz e ritmo techno, questa volta insieme alla batterista e cantante Momoko Gill. Sarà un live unico dove presenteranno per la prima volta il loro nuovo disco uscito per Accidental Records.
Tra i live più attesi c’è Meg che festeggia trent’anni di attività, dai 99 Posse fino alla fortunata ascesa da solista. Una voce dirompente, carica di gioia e lotta che porterà sul palco il suo nuovo EP “Maria”. Ci sarà Egyptian Lover, il pilastro portante dell’hip hop più electro, quello con i ritmi spezzati e le voci robotiche. Attivo sin dagli Anni ’80, il suo suono è rappresentativo così come il suo immaginario estetico e il suono inconfondibile della sua Roland 808. Un set ibrido dove canterà, metterà dischi e ci farà impazzire. Il ritmo non si ferma con il live/dj set di Los Hermanos, scuderia Underground Resistance Detroit, l’anima più soul e latina della label. Progetto di Gerald Mitchell con collaborazioni come Santiago Salazar e Dj Rolando. Si balla la techno latina.
Domenica 1 giugno
La domenica sarà un giro attorno al mondo, esplorando sonorità e visioni musicali più orientate verso il jazz così come il rock e il punk. Torna Oren Ambarchi con il progetto Ghosted accompagnato da Johan Berthling e Andreas Werliin (basso e batteria dei Fire!) tre nomi, tra i più importanti e influenti della scena underground sperimentale e avanguardista del globo. Un ectoplasmico che appare in micro variazioni, loop e improvvisazioni minimaliste su ritmi sincopati ed echi latini. Si continua con il combat jazz dell’attivista Alabaster DePlume (in collaborazione con il Torino Jazz Festival) accompagnato da Momoko Gill e Ruth Gollier, disco appena uscito su International Anthem, dicono che sia uno dei migliori live in circolazione. Il quintetto di Ibelisse Guardia Ferragutti & Frank Rosaly, uno dei debutti discografici più importanti degli ultimi anni, di nuovo per International Anthem, presente in tutte le classifiche del 2024: riferimenti al free jazz, all’elettronica, al post-rock di Chicago, alla cumbia, all’ambient, alle Ande, al minimal, al noise, al punk e al folk. Ascolteremo la voce della cantante e attivista iraniana/kurda Hani Mojtahedi sopra le basi create da Andi Toma dei Mouse On Mars nel progetto Hjirok una collaborazione unica, celebrata con un disco bellissimo uscito nel 2024 dall’omonimo titolo, melodie antiche e suoni del futuro.
L’ultimo live della giornata sarà quello dell’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, quattordici elementi sul palco, i cui ultimi due dischi hanno invaso il mondo discografico della musica alternativa con la loro miscela esplosiva di folk, krautrock, post-punk e poliritmi africani. Si continua con il dj set della brasiliana Badsista, impossibile non ballare le sue sonorità elettroniche che fondono baile funk, perreo e kuduro.
Lunedì 2 giugno
L’ultimo giorno di festival è in collaborazione con Jazz Re:Found. Protagonisti i bassi del soundsytem portato per l’occasione. Una giornata che omaggia il dub, da quello più scuro ed elettronico, fino a quello giamaicano. Ghost Dubs, Mad Professor e The Bug con il progetto Machine sul palco, tre live unici per gli amanti delle basse frequenze, chiuderanno i Cortex of Light creatura elettronica del trio tutto italiano Aitch, Piezo e Primordial Ooze.
La scena locale
Spazio anche a numerosi artisti torinesi, tra cui l’orchestra Pietra Tonale, i djs Andrea Passenger, Dualismo Sound, il producer Kreggo, la selector Angie BacktoMono, e il duo emergente Manu Sol & Nina B.. Presenti anche Pho Bho Records al completo.
Gli epiloghi
Il viaggio proseguirà anche a giugno e luglio al Planetario di Pino Torinese, dentro la cupola del Museo dello Spazio – Infinito, con i suoni di Laura Agnusdei, Andrea Normanno e Paolo Dellapiana.
Il concept
Il festival nel 2025 si sviluppa su tre assi: Piemonte, Torino e Milano, toccando dodici tappe come dodici pianeti. Il corvo simbolo del festival, JID25, volerà su una galassia di artisti. “Non ci saranno star nel senso hollywoodiano, ma tante stelle nel senso astronomico”.
Biglietti e accessibilità
Jazz is Dead! mantiene la sua natura associativa e inclusiva: ingresso a 15 euro al giorno, 45 euro per quattro giorni, oppure al prezzo popolare di 10 euro per chi ritiene di non poter sostenere la spesa intera “senza bisogno di spiegazioni, ci fidiamo”. Info su jazzisdeadfestival.it.
La line up completa
Alabaster DePlume – Andrea Normanno – Andrea Passenger – Angie BacktoMono – Badsista – Bendik Giske – Calibro 35* – Cortex Of Light (Aitch, Piezo and Primordial Ooze) – Dopplereffekt – Dualismo Sound – Egyptian Lover – Funk Shui Project feat. Johnny Marsiglia – Ghost Dubs – Ghosted (Oren Ambarchi, Johan Berthling and Andreas Werliin) – Herbert & Momoko Gill – Hjirok (Hani Mojtahedy & Andi Toma) – Ibelisse Guardia Ferragutti & Frank Rosaly – iii – Indianizer – Jan Bang Sextet* – Kreggo – Laura Agnusdei Trio – Loraine James – Los Hermanos – Mad Professor – ManuSol & Nina B. – Meg – Nino Gvilia – Orchestra Pietra Tonale – Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp – Paolo Dellapiana – Pho Bho Records – Ruth Goller – ShrapKnel (PremRock & Curly Castro) – Seefeel** – Smiyya – Teeta feat. Galas – Tarta Relena – The Bug presents Machine – The Necks