Ital Tek “Hollowed” (Planet Mu)

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Proveniente dalla prolifica Brighton, Alan Myson aka Ital Tek è sulla scena da una decina di anni, aggirandosi in territori di basse frequenze e spesso di tonalità scura. Conta uscite su Civil Music, sulla sua Atom River e principalmente su Planet Mu, su cui pubblica in questi giorni un nuovo album, Hollowed, il quinto in carriera (lp di esordio nel 2008, Cyclycal). Con il fluire degli anni e dei dischi, Ital Tek si è via via emancipato dai confini strutturali dei vari generi cui era accostato (dubstep, drum and bass, fino al footwork) mantenendo la grana sonora e il peso specifico degli hertz, ma diradando i beat spingendosi verso direzioni più oniriche e sperimentali.

Con Hollowed questo tragitto si spiega lungo suggestioni droniche, track atmosferiche da viaggio; suoni cesellati con il gusto di uno che alcuni generi li ha sì transitati, ma con piglio sempre personale, riuscendo a trarne stimoli ed elementi, ricombinandoli. Tra i pezzi da segnalare l’incedere funk stralunato di Redeemer,  la trascinante Beyond Sight, la vocalità aliena di Memory Shard e il beat netto e marziale di Cobra.

Abbiamo avuto il piacere di poter rivolgere qualche domanda ad Alan, ecco le sue risposte.

Credi sia corretto dire che il tuo sound si è progressivamente allontanato da strutture legate al dancefloor, andando verso una dimensione più sperimentale ed astratta? E’ una scelta programmata, o è emerso naturalmente come risultato delle nuove composizioni?

E’ decisamente vero riguardo Hollowed. Non ho mai ragionato sul fare musica con lo scopo di farla funzionare nei club. Ciò non significa che non ami suonare o sentire le mie tracks su grandi sound system, ma quell’idea non guida la mia creatività in studio. Questo anche perché negli anni vado sempre meno spesso nei club, e mi sono guardato dentro per cercre ispirazione.

Personalmente amo molto la Planet Mu. Sono curioso di chiederi come sono le tue realzioni con la label, anche considerando che a tua volta possiedei un’etichetta.

Oramai sono 10 anni che lavoro con Planet Mu, ed è stata una esperienza appagante. Non posso commentare in assoluto sul come si comportino le label in genere, ma riguardo la mia relazione con Planet Mu direi che è sempre andata alla grande e credo di aver avuto moto spazio per sviluppare la mia musica. C’è un giusto equilibrio di fiducia, di direzioni e supporto ricevute senza mai avere pressioni o richieste troppo limitative. Ho firmato con loro il mio primo contratto da giovassimo, quindi sono al mio fianco in tutto il mio percorso finora, e spero continui cosi. La mia Atom River è praticamente defunta oramai. Inizialmente l’avevo creata perché avevo l’urgenza di far uscire tante cose che avevo composto, e non potevano tutte essere pubblicate da altri. Ma è tanto che la label non fa uscire nulla e non ho piani di rianimarla in futuro.

Tre produttori/musicisti, senza limiti di genere, che stai ascoltando al momento

Di recente direi Clark, la colonna sonora di The Revenant, il nuovo lavoro di Mark Pritchard. Ho visto Clint Mansell suonare live a Londra di recente; amo molto la colonna sonora del film High Rose che peraltro non ho ancora visto. Insomma ho tanto da investigare ancora!

Pianifichi un tour per supportare questo album? Ci sarà un live set dedicato, o preferisci esibirti in djset? Passerai anche in Italia?

Sarà un live A/V; lo sto costruendo in questi ultimi mesi. Sarà focalizzato sui materiali dell’album e su altri brani su cui ho avorato al di là di Hollowed. Mi piace sempre venire in Italia a suonare, e conto di farlo anche con questo tour.

Cannibal Se-lecter

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