Petar Dundov “Sailing Off The Grid” (Music Man)

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Petar Dundov torna sugli scaffali dei negozi con un nuovo album.
Sailing Off The Grid è ormai il terzo lp, anche questa volta pubblicato dalla belga Music Man, label culto della scena Techno, per lui una vera seconda casa avendoci affidato il 90% del suo lavoro in studio.
All’artista croato le strade semplici non sono mai interessate: fin dagli esordi infatti ha sempre cercato di spingersi oltre i trend del momento, come con il mini album ambient Sculptures 1-3 del 2001 uscito su Tomorrowil progetto concettualmente più complicato e futurista di Jeff Mills (e su cui era uscito soltanto un altro producer oltre allo stesso The Wizard, Mitch Walcott).
Atmosfere epiche da colonna sonora, lunghe sequenze di tastiere tra il progressive e i corrieri cosmici tedeschi, ma soprattuto melodie brillanti, intense, per cui emozionarsi diventa facile. Queste le caratteristiche alla base della magia di Petar.
Tante volte il produttore di musica elettronica viene paragonato ad un regista che dirige suoni al posto di attori, ma nel caso di Dundov si potrebbe parlare di regista prestato alla musica per l’approccio così fortemente visivo.
Al posto di patterns allineati su un sequencer abbiamo un montaggio di piani sequenza con fotografie sostituite alle clip di Ableton Live.
Probabile che se ascoltato alla cieca verrebbe l’impulso di ricordare il titolo del film con questo tema straordinario, magari ripescando negli anni ’80 di Jan Hammer (Miami Vice) quando il sintetizzatore era immancabile protagonista.
Come nel precedente Ideas from the Pond ricorre l’idea di una Techno romantica sullo sfondo di un viaggio nel cosmo, dove poter ricongiungere ricerca e sentimenti.
Dundov crea legami empatici per cui sul dancefloor ci si sente una cosa sola, anche se basta voltare lo sguardo per ritrovarsi nel proprio letto, al buio, con le cuffie inforcate e la finestra aperta.

Federico Spadavecchia

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