Terraforma 2018: il bilancio degli organizzatori

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Si è conclusa domenica 1 luglio la quinta edizione di Terraforma, il festival internazionale di musica e sostenibilità che per tre giorni all’anno dal 2014 ravviva il bosco di Villa Arconati-FAR alle porte di Milano. Sotto le inaspettate note house di PLO Man, al termine di una manifestazione che fa della sperimentazione uno dei suoi leitmotiv principali, il fantastico pubblico di Terraforma a notte inoltrata ancora non si sentiva pronto ad abbandonare il dancefloor immerso nella natura. “Non avevo mai visto un festival così”, è stata la voce più ricorrente.

Nell’ultimo weekend di giugno oltre 8.000 persone, un terzo in più della scorsa edizione, in prevalenza tra i 25 e i 29 anni, si sono radunate negli spazi verdi della Villa per respirare l’atmosfera di un festival unico in Italia e tra i più apprezzati d’Europa che ha proposto le performance di 22 artisti per 41 ore di musica. Un flusso emozionale ininterrotto in cui sono state godute appieno anche le installazioni (dal planetario temporaneo con le musiche celestiali di Caterina Barbieri al totemico prototipo  di  cabina  per  fototessera), l’incontro con Byetone, il workshop di percussioni persiane con Mohammad Reza Mortazavi e, per il secondo anno consecutivo, le lezioni yoga e le attività per bambini.

Il campeggio di Terraforma, illuminato interamente dalle lampade a energia solare, quest’anno ha accolto circa 1.500 persone, il 25% in più rispetto allo scorso anno. Il 58% dei partecipanti (+18% rispetto al 2017) non parlava italiano, consolidando il richiamo altamente internazionale di Terraforma. Gli ospiti stranieri sono arrivati da ogni angolo del pianeta, in particolare da Regno Unito, Germania, Svizzera, Olanda, Francia, Austria, Spagna e paesi scandinavi, ma anche da Giappone, Nuova Zelanda, Iran, Israele, Libano, Turchia, Algeria, Marocco, Lituania, Polonia, Russia, Slovenia, Stati Uniti, Bahamas, Brasile, Cile, Colombia e Venezuela.

Il fondatore e direttore artistico, Ruggero Pietromarchi, ha dichiarato: “La quinta edizione di Terraforma ha rappresentato il raggiungimento di una maturità senza precedenti, consacrandolo come unicum in Europa. Un contesto che ha saputo stimolare gli artisti invitati nello sperimentare il meglio durante le loro performance. Ciononostante, Terraforma va ben oltre la proposta musicale, proponendosi come summa di un pubblico interessato ed interessante, un’organizzazione di alto livello, strutture architettoniche eccezionali e un’atmosfera epica. Terraforma si propone oggi come il manifesto di una generazione, che attraverso la dedizione verso la propria passione musicale riesce a costruire un progetto che parla di cultura e sostenibilità ambientale“.

Rinnovato dopo quattro edizioni in una veste cosmica ispirata agli origami giapponesi, il parco architettonico del festival ha amplificato l’esperienza immersiva dei partecipanti, coinvolti in esibizioni a tratti davvero sbalorditive, come la monumentale inaugurazione del labirinto di Plaid & Felix’s Machines, l’esibizione last minute di Lorenzo Senni in sostituzione di un Lanark Artefax rimasto bloccato per un passaporto rubato, il viaggio interstellare a bordo dell’astronave di Jeff Mills, il magnifico set diurno di Valentino Mora, lo stato primordiale di trance indotto dai tamburi di Mortazavi, la magia liberatoria di Powder, le vibrazioni imprevedibili di Mino Luchena e Vipra, o il lunghissimo trip acid di Vladimir Ivkovic.

Comunicato stampa

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