Merchants “Merchants” (Yerevan Tapes)

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Alberto Ricca, altrimenti noto come Bienoise, e Davide Amici pubblicano sulla bolognose Yerevan Tapes un diario di viaggio tra Sahara, medio Oriente e Turchia.
Sbobinando il nastro il primo flash è una medina che si svuota del clamore del giorno lasciando campo libero alle ombre, proprietarie dei misteri che ne riempiono i vicoli. Inseguiamo i beduini fino all’uscita dalla città, tra quelle dune ancora caldissime ispiratrici di miraggi.
Merchants potrebbe aver gioco facile a conquistare l’ascoltatore con suggestioni etniche ed elettronica ammiccante, invece la sua è una bellezza spigolosa, aspra. Il fre(e)sco jazz che soffia sul thé in una casa di sabbia a Matmata come in un cortile a Tangeri, viene sporcato da un groove polveroso ma trascinante, eppure squadrato. Reminiscenze di campi di battaglia, quando i panzer tedeschi spiccavano sotto il cielo terso, insanguinano ritmiche intrise di misticismo.
Sotto la guida esperta di uno sciamano, il canto rincorre l’inconscio rivelando all’adepto un progetto più grande al di là del conosciuto.

Nel cammino di Alberto e Davide, realtà e allucinazione si rifrangono attraverso le vetrate di un’antica moschea scambiandosi i ruoli. Chi può dire se i due avventurieri siano davvero con binocolo e turbante oppure seduti comodi in studio?
Italiani che sperimentano da vicino l’afro-futurismo, non fossero come Salgari (che mai vide coi suoi occhi la Malesia) sarebbe interessante raffrontarli a Rabih Morphosis Beaini che dal Libano è venuto in Italia (da qualche anno fa base a Berlino ma l’accento tradisce la lunga permanenza in Veneto) trovando una via techno alle musica etnica, nel senso più ampio del termine.
Il legame tra techno e jazz è evidente ormai da un bel pezzo, ma la scoperta di un contatto con il sound indigeno (che si presta alle trasformazioni e agli innesti più estremi) ha indicato nuovi territori da esplorare. Testimonianza e presa di coscienza non colonialismo.
I Mercanti saggi ricercano le merci più preziose in terre dai confini sbiaditi o forse mai definiti, ne valorizzano l’origine e pongono l’accento sull’esperienza in esse contenuta.

Federico Spadavecchia

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