Riccardo Balli e Angelo Sindaco sono due personaggi storici della scena bolognese.
Entrambi Dj, produttori, label manager e protagonisti del mondo culturale oltre che di quello notturno. Il primo è infatti un apprezzato saggista musicologo dalla scrittura creativa, mentre il secondo è un fotografo di fama internazionale.
Nonostante le affinità però mai avremmo pensato si potesse sviluppare una collaborazione, viste le divergenze sui generi musicali a cui appartengono, rispettivamente breakcore e house.
Invece eccoli in studio, immaginandosi di portare nella Riviera romagnola delle disco patinate il Belgio della new beat e soprattutto dell’EBM, dando vita a un nuovo mostro di Frankenstein (cui Balli è molto legato), darkettone ma abbronzato, col capello cotonato, chiodo e wayfarer d’ordinanza.
Mutant Goth Italo, i ragazzi terribili non sono dei nostalgici, sono sopravvissuti per davvero agli anni ’80, incorporando euforie e disillu-suoni. Campionatori umanoidi per riportare al momento giusto il mondo ai tempi della lycra sotto i riflettori.
Le sei tracce incalzano ritmo e citazioni in un gioco a la Tarantino (quanti easter eggs riuscite a trovare?).
Il focus non è il gusto per il tributo, ma la ricerca di nuovi linguaggi attraverso lo studio della nostra eredità musicale. Troppo spesso infatti si bolla l’italo disco come canzonette senza spessore, senza considerare il prezioso lavoro artigianale che vi stava dietro, in particolare per il sound.
Anche parlando di immaginario la coppia non rinuncia a raccontare ironizzando un bside politico, discostandosi sia da chi non fa altro che rievocare le battute del Dogui e Jarry Calà, sia dai pallidi nordici in cerca spasmodica di un esotismo a distanza di low cost.
Per fare invece un paragone con la retrowave si è passati da The Breakfast Club a Lost Boys.
La voce androgina di Ossydiana è quel tocco in più per andarci in fissa preparandosi per andare a ballare al tramonto, e vedersi polverizzare all’alba dalla spietata luce del sole.
Federico Spadavecchia