Lunedì 10 marzo, per il quinto appuntamento con la rassegna Inner_Spaces all’auditorium San Fedele di Milano, è in arrivo Lee Gamble, un artista britannico noto per il suo approccio musicale caratterizzato dalla fusione di tecniche compositive innovative e una profonda attenzione per il suono come esperienza fisica e concettuale. Nato nel mondo del sound design e influenzato da generi come jungle, dubstep e techno, la sua arte esplora i confini tra astrazione e ritmo, con un particolare interesse per l’intersezione tra musica e psicoacustica.
I suoi lavori non solo decostruiscono i paradigmi tradizionali della musica elettronica, ma pongono anche domande sulla percezione e sull’interazione tra uomo e tecnologia. Un aspetto distintivo della musica di Lee Gamble è il suo utilizzo creativo del sampling. Spesso attinge a registrazioni ambientali, vecchie tracce jungle o glitch digitali, costruendo un universo sonoro da una parte familiare, dall’altra straniante. Questa manipolazione dei suoni crea strutture stratificate, dove il passato musicale viene frammentato e riutilizzato in modo inedito, come nell’album Diversions 1994-1996, in cui frammenti di vecchie cassette rave vengono trasformati in paesaggi sonori contemplativi e astratti.
L’artista esplora anche il concetto di spazio e ambiente, attraverso un’estetica cinematica. Le sue composizioni evocano immagini mentali e stati d’animo, grazie a un uso accurato della spazialità del suono. I suoi brani spesso si sviluppano lentamente, invitando l’ascoltatore a navigare attraverso ambienti sonori complessi. In questo senso, la sua arte si avvicina all’installazione sonora, rendendo ogni ascolto un’esperienza immersiva e multisensoriale.
La sua musica è spesso ispirata da idee filosofiche e tecnologiche. Nei suoi lavori più recenti, Gamble ha indagato il rapporto tra intelligenza artificiale, simulazione e società contemporanea. Ad esempio, il ciclo di album Flush Real Pharynx (diviso in tre parti: In a Paraventral Scale, Exhaust e A Million Pieces of You) esplora temi come la virtualità e la frammentazione dell’identità nell’era digitale, rappresentando un viaggio tra reale e virtuale. I suoi lavori uniscono complessità tecnica e poetica, avanguardia e accessibilità, facendo di lui una figura di riferimento per una musica che va oltre l’intrattenimento, verso un’esperienza più intellettuale e coinvolgente.
In apertura di serata, il pioniere Leafcutter John (John Burton), che si colloca all’incrocio tra musica elettronica sperimentale e composizione acustica. Burton ha sviluppato una carriera come musicista, sound designer e artista multimediale, esplorando tecniche sonore che fondono strumenti tradizionali e processi digitali. La sua musica si distingue per una grande varietà di timbri, strutture e atmosfere, spaziando dall’intimità della musica folk all’astrazione della glitch music. Questo approccio eclettico lo ha reso uno degli artisti più innovativi e imprevedibili del panorama elettronico contemporaneo.
L’uso creativo della tecnologia lo ha portato a costruire e programmare strumenti personalizzati, spesso combinando sintetizzatori modulari e software sperimentali. Ad esempio, il suo album The Housebound Spirit utilizza suoni registrati in casa, manipolati per creare un mondo sonoro intimo e complesso. La sua capacità di trasformare i rumori quotidiani in paesaggi sonori con una componente emotiva è una delle sue firme artistiche più riconoscibili. Tuttavia, l’artista integra frequentemente chitarre, voce e altri strumenti tradizionali, dimostrando una rara abilità nel fondere elementi acustici e digitali.
Un altro aspetto centrale della sua arte è la performance dal vivo: utilizzando controller tattili e strumenti costruiti a mano, crea set dinamici e coinvolgenti, che mescolano improvvisazione e composizione. Un esempio emblematico è il suo lavoro con la luce, dove utilizza dispositivi luminosi per manipolare il suono in tempo reale, rendendo le sue performance un’esperienza multisensoriale unica. Qui l’innovazione tecnologica diventa parte integrante della narrazione musicale.
La sua capacità di combinare tradizione e innovazione, acustico e digitale, intimo e astratto, lo rende un artista poliedrico. Le sue opere non solo offrono un’esperienza sonora profondamente originale, ma invitano anche a riflettere sul potenziale creativo della tecnologia. Una musica che sfida i confini dell’immaginazione.
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Comunicato stampa