Deep88 “The Black Album” (12records)

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Alessandro Pasini da Forlì è senza mezzi termini il boss odierno della deep house italiana.
Forse, visto l’uso improprio che si è fatto di questo termine negli ultimi tempi, bisognerebbe spiegare ai moderni avventori di situazioni danzanti che la deep non è un derivato tossico della finanza EDM a stelle e strisce, bensì un linguaggio elegante, una dimensione intima in cui una seducente soundtrack softcore stimola orgasmica empatia tra ballerini e Dj.

Il disco in nero è il quarto album firmato Deep88, e già da quel poco più di un minuto di Harmony (Intro) mostra l’altissimo livello ormai acquisito. Lo sviluppo nella seguente Harmony è croccante scintillio di groove bagnato con melodie pastello, in un crescendo di ricordi della mitologia rivierasca. Erotismo intriso di dolcezza e malinconia è il punto di forza di Rotation, che sul break di flauto e ripartenza della cassa fa salire le mani al cielo e la lacrimuccia dagli occhi lucidi.
Face it, il viaggio notturno, la strada scorre veloce sotto lampi di hit hat. E quando la voglia di schiacciare il pedale aumenta ecco SP1200 Jam, acid beats per chi nell’emotività della danza cerca purificazione.

Schlagsahne, baciata dalla mirrorball, grazie al suo calore connette spazi e tempi cari alla cultura house degli anni ’90. Nonostante il kick marziale, Chord Prog ammorbidisce la tensione detroitiana giocando su accordi al piano e lussureggianti fraseggi sintetici. Groove protagonista in Me Myself And An MPC, mentre Sunday Morning battezza il nuovo giorno con un flauto dal potere mozartiano che strega i clubbers e li porta dritti all’after. Da avere.

Federico Spadavecchia

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