Vladislav Delay “Kuopio” (Raster Noton)

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Abbandonare Berlino, fuggire la civiltà per isolarsi in un remoto isolotto dell’estremo Nord Europa, che d’inverno è praticamente irraggiungibile, dove dedicarsi alla famiglia (in realtà è stata più un’idea della moglie, anche lei apprezzata sound artist) e alla ricerca mettendo il proprio studio a servizio della comunità, quindi tornare idealmente nella capitale tedesca facendo uscire un album sulla mitica Raster Noton.
Kuopio è la continuazione del viaggio intrapreso con Vantaa, e come in quel caso il titolo corrisponde al nome di una città finlandese.
Per spostarsi da un luogo ad un altro è neccessario compiere un movimento, ed è per questo che rispetto alla staticità contemplativa del disco precedente qui ci troviamo innanzi ad una progressione ritmica ben identificata da Kulkee che vuol dire appunto andare avanti.
Nel suo santuario tra le pianure ghiacciate Sasu lavora sulle diverse densità del suono, che viene manipolato come fosse un corpo organico e quindi immerso in quel liquido amniotico che è il delay.
La fonte d’ispirazione resta il paesaggio finnico, affascinante e paranoico, dove l’uomo non è stato in grado di assoggettare la natura al proprio volere e di conseguenza gran parte del territorio è disabitato.
Chi vive in un contesto simile ha le stesse possibilità di raggiungere l’illuminazione come di diventare pazzo, lo testimoniano l’alto tasso di suicidi ed il feroce alcolismo di Mika Vainio.
Il viaggio incomincia al mattino presto, quando nel cielo è ancora possibile ammirare i resti di un’aurora boreale (Vastaa).
Hetkonen è quel sospirare sigillato in macchina; il freddo ti è penetrato nelle ossa ed ogni tentativo di scaldarsi è vano. La strada, dritta senza ostacoli, ed il paesaggio piatto sempre identico, fanno pensare ad un’infinita caduta nel nulla cosmico (Avanne).
Kellute, la nebbia che si nutre di flebili raggi di sole che spariscono del tutto dopo poche curve (Osottava). Kulkee come abbiamo detto sopra è contemporaneamente idea ed azione alla base di Kuopio.
Marsila, il tom tom esce di senno prima del viaggiatore: fate attenzione o potreste vagare per anni nella tundra. Il beat spastico di Hitto annuncia finalmente l’agognato traguardo.

Federico Spadavecchia

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