Dimensions Festival ’16: La Grande Inaugurazione

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Giunto alla quinta edizione, il Dimensions Festival rimane fedele alla tradizione del concerto inaugurale del mercoledì, sempre ospitato dall’Arena Romana di Pola, location di grande atmosfera. On stage quest’anno un tris d’assi importante per toccare altrettanti stili musicali.
Il tramonto istriano da lo start con Kamasi Washington e la sua potente live band. Washington é uno degli artisti jazz “giovani” (classe 1981) più talentuosi e acclamati degli ultimi anni; ha stimolato paragoni con grandi maestri, ha all’attivo numerose collaborazioni anche fuori dalla sfera prettamente jazz, una fra tutte quella con Kendrick Lamar.
Un ensemble di assoluto livello accompagna il sax di Washington in un excursus di pezzi tratti per lo più dal triplo The Epic, monumentale lavoro del 2015 che, dopo una serie di dischi autoprodotti, ha dato al musicista la definitiva consacrazione.
Il concerto conferma la sua capacità di composizione e la maestria strumentale (e ribadiamo, del suo numeroso combo di musicisti) riuscendo a catturare un pubblico che segue con entusiasmo un set probabilmente diverso dagli ascolti abituali.

Alle 22.30, dopo un cambio palco in perfetto orario, arrivano i Massive Attack. Riassunti in una parola: impatto.
Doppia batteria, basso, chitarra, macchine, synth e alternanza di voci, uno spiegamento di forze totale per uno show arricchito da visual emozionanti e socialmente impegnati.
Il lavoro del collettivo Uva (United Visual Artists) sulla parte video merita una menzione a sé. Il sodalizio tra i due gruppi é di lunga data, e si caratterizza in immagini e contenuti fortemente politici (con l’accortezza di esprimersi nella lingua del paese ospitante per essere maggiormente incisivi) utilizzando un’estetica semplice ma non priva di fascino.
Una quindicina di pezzi, un set con poche interruzioni e ancor meno parole rivolte al pubblico, schietto ed asciutto. Un’ora e mezza scarsa, conclusa da un bis da brividi con Unfinished Sympathy.

Nella scaletta ci sono estratti da 100th Window, Protection Blue Lines, Mezzanine, Heligoland, tante tessere dal mosaico di una carriera pluriventennale. Ci sono Inertia Creeps ed Angel, mancano Karmacoma e Teardrop, ma é cosa risaputa e si può soprassedere. Manca anche qualcuno dei pezzi più recenti (e ottimi) della band, forse per la difficoltà di alcuni di essi nel proporli dal vivo senza le voci che hanno prestato il loro featuring, pensiamo a Ghostpoet o ai Young Fathers per Voodoo in My Blood, che pur avremmo sentito con piacere. Una novantina di minuti compatta, densa, coinvolgente nella sua “quasi indolenza” ritmica, bilanciata da speculare profondità di suoni e arrangiamenti.
I Massive Attack nel 2016, 3D e Daddy G, sono decisamente capaci di portare ancora in giro uno show tosto, mantenendo valida in termini sia estetici che sostanziali la definizione di trip-hop.
A concludere la festa in consolle sale Moodyman. Un set eterogeneo che gioca inizialmente con funk, hip hop, motown per sfociare nei quattro quarti di una house soulful e con spruzzate di Chicago. Qualche gigioneggiare di troppo al microfono, ma la classe é evidente e la folla risponde, compatta e festante.
Il Dimensions procede spedito e offre davvero tanto ai numerosi clubber di tutta Europa, si va avanti con quattro giornate e serate di dj e live sets, di cui leggerete presto sulle nostre pagine .

Cannibal Se-lecter

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