Guy J in Warsaw: A Love Story

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A San Valentino si sa, i cuori di molti innamorati si riempiono di passione. A Varsavia però non è stato solo l’amore a regnare sovrano, o forse è meglio dire che tutti noi presenti al Nowa Jerozolima, abbiamo amato un’ unica persona, indistintamente dal sesso, per quasi 3 ore e non per il suo corpo che non è certo quello di un sex symbol, ma per la sua musica.

Ticket alla mano (5 Euro il costo), ci presentiamo al club, che, con nostra sorpresa, si trova all’interno di un vecchio condominio. Disposto su tre piani, la main room è al 1°, la seconda sala al 2°, mentre al 3° c’è un’area relax, ricorda da vicino lo stile berlinese del Renate, con varie stanzette che si diramano fra i corridoi.

L’impianto in main non è proprio quello delle grandi occasioni, ma fortunamente ci pensa il caldo pubblico ad animare la festa.

Angelo Mike e Leon in b2b che avrebbero il compito di introdurre l’ospite, impostano tutta un’altra linea, anche se questo non vuol dire che non abbiano fatto ballare le circa 200 persone in pista, suonando Techno e Tech house un po’ povere di qualità, ma sicuramente di impatto.

Con un warm up del genere qualsiasi Dj con il suo stile avrebbe rischiato una figuraccia ma, mentre prepara pc e consolle, si legge negli occhi di Guy, lo sguardo di chi è consapevole del proprio talento e così, con una intro melodica e ipnotica, cattura subito l’attenzione dei clubbers.

Pochi minuti dopo passa Guy Gerber & DixonNo Distance (Original Mix) probabilmente arricchita da campioni live che includono voci e percussioni, facendo aumentare l’energia e il ritmo.

Non solo un’esperienza sonora ma anche visiva, mette in risalto la ripartenza di una delle sue ultime tracce uscite su Bedrock, Once In A Blue Moon, grazie ai fari che si accendono in maniera progressiva dietro la regia e ai tantissimi coriandoli a forma di cuore che calano dal soffitto, che creano emozione ed estasi giocosa.

La palma d’oro dei momenti da ricordare spetta però ad Anise, una delle ultime hit del connazionale Khen, che dopo circa due ore di set, Guy inserisce al momento giusto, attimi di pura poesia, che vien voglia di abbracciare chi ti è accanto.

Il set del pupillo di John Digweed prosegue fra parti più melodiche e altre più mentali; ci fa assaporare anche nuovi promo, ne riconosciamo lo stile, senza quasi mai arrivare alla cassa dritta, ma con un andamento da Tech che sfrutta l’adrenalina iniettata dal groove, i suoni classici della scuola israeliana che prima di lui già Guy Gerber ha diffuso in tutto il globo.

Sono quasi le 5 e prima del gran finale, il boss di Lost & Found ci regala il remix di In Between di Pig & Dan mantenendo alta la carica, poi smorzata dal remix di Tale of Us & Mano Le Tough a Caribou Can’t Do Without You, spingendoci in un tunnel mentale che ci ha riportato all’inizio del suo viaggio, ricordando a tutti cosa significhi il 14 febbraio.

E cosi fra applausi, grida e tanti cuori, si conclude l’avventura in terra polacca del talento israeliano, terra che non avrà la quantità di serate della vicina Germania, ma che offre parties di altrettanta qualità e successo.

Omar Abdel Karim

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