Addio Mark Bell: Grazie per averci battezzato

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Il 2014 sarà ricordato come l’annus horribilis dei Dj, per la morte di così tanti artisti.
Non abbiamo ancora smesso di piangere The Spaceape che veniamo toccati da un altro lutto tremendo.
Mark Bell non era solo un prime mover, un eccellente scienziato del suono e un performer, è colui a cui dobbiamo il nostro nome.
Frequencies è infatti il titolo del suo primo album col moniker LFO insieme a Gez Varley (1988-96) e Martin Williams (1988-90), uscito nel 1991 per la Warp. Un album avveneristico e trascinante, che aggiorna l’electro kraftwerkiana all’energia nucleare, consacrandola colonna sonora della generazione rave. Da considerarsi obbligatorio per chiunque si occupi di musica elettronica.
La notizia della sua dipartita è stata annunciata da una sbigottita redazione di FACT dopo aver letto un tweet dei The Black Dog.
Le cause a quanto si legge in giro per la rete paiono essere imputabili a complicazioni post operatorie.
Inutile sottolineare quanto ci mancherà, persino nei periodi di minore ispirazione era capace di venirsene fuori con hit killer come Freak (2003), o di tirar fuori dall’armadio un live A/V devastante che lo riporta in cima alle lineup dei maggiori festival.
Oltre all’IDM e alla techno si fa notare per essere il produttore preferito di Bjork, e per aver collaborato anche con i rinati Depeche Mode (Exciter).
Siamo davanti a un vuoto che chissà se si potrà mai riempire.

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