Hawtin, Giancarlino ed il Diritto di Critica

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Ieri mi chiama un amico, e mi segnala uno status sul wall di Facebook di Giancarlino, “boss” del Goa, uno dei più noti club della capitale, che ha deciso di dire la sua sulla, ormai, celebre vicenda di Richie Hawtin ad Ibiza, commentata anche da noi di Frequencies.
Blog di falliti, – attacca lo status, pubblicato il primo Settembre – lavatevi la bocca quando parlate di artisti come Richie Hawtin.. fatevi i cazzi vostri che è meglio e andate a fareinculo!! (…) non siete nulla, non contate un cazzo e non fate altro che parlatre delle persone che hanno fatto la storia di questo movimento..“. Per poi proseguire “sono degli sfigati, devono morire! (…) criticano il fatto che prima era un nerd ed ora sta fatto. Ma fatevi i cazzi vostri.. rosicano che ci vorrebbero stare loro… perchè tanto sono tutti djs mancati oppure finiti..
Lo status è seguito da un centinaio di post che vanno da moderati “l’invida è una brutta malattia” a meno concilianti “hai ragione a priori, forse sei troppo educato nell’insulto”.
Forse toccato da tanta moderazione, Giancarlino mette allora il carico da 90: “Pensa che se li prendo, li pisto pure e di brutto… Con le loro interviste inutili, le loro info prese da altri siti.. “.
Ma l’escalation sembra inarrestabile: per Giuseppe Marchegiano, il blogger del post su Hawtin [per inciso nè autore nè testata vengono mai nominati] sarebbe “addirittura da denunciare” (per cosa, non è chiaro) mentre Giancarlino continua, senza freni, la sequenza interminabile di insulti: “sono una massa d’imbecilli..(…) vanno presi e bastonati poi vedi come scrivono di food, moda e altro… ma come si permettono”.
E conclude con un inquietante monito: “non ho nominato la parola denunciare ma menare si!

Basito, mi sono disconnesso da Facebook ed ho pensato: “Verso chi è indirizzata, tanta collera?”.
Se davvero fossi io il soggetto, cosa avrei fatto di tanto grave da meritare di essere “bastonato” o “menato”? Bastonato per aver espresso una mia opinione? Menato per aver criticato un personaggio [Richie Hawtin], a giudicare dalle parole di tanti utenti, ormai prossimo alla beatificazione?
In realtà non penso affatto di essere il destinatario del messaggio di collera di Giancarlino perchè in Italia la libertà d’opinione è garantita dalla Costituzione, il mestiere del giornalista non è un “ripiego” per dj falliti ma una professione a tutti gli effetti e sono convinto che Giancarlino, uno non proprio di primo pelo, sappia bene queste cose. Quindi ho pensato no, certamente quello status pieno di rancore non sarà riferito a me.
Però il messaggio pubblico, di un personaggio pubblico, non è proprio uno scherzo; il personaggio carismatico, infatti, può influenzare le opinioni quindi ha precise responsabilità morali, soprattutto nei confronti dei giovani.
Come può una figura di quel calibro esprimere tutto quel livore? Perchè auspica l’uso della violenza e brandisce come una scure, una lista di minacce degne del Ventennio? Tutto questo per cosa? Il solo motivo è perchè qualcuno ha osato mettere in discussione il culto della personalità, il mito Hawtin, la leggenda?
Plastikman, in questo caso, è come Mao Tse Tung, Stalin o Mussolini: nessuno può parlarne male. Anzi: nessuno può parlarne.
Perchè le leggende, come la religione e le figure divine, sono da adorare non da discutere. E non importa se l’obolo per l’adorazione è stato fissato in un minimo di 30 euro: gli adoratori/clienti stanno comprando un biglietto per il Paradiso, non l’ingresso ad una serata.
D’altronde, si chiede Giancarlino, chi siete voi per criticare? Anche se la Costituzione e la legge italiana garantiscono a chiunque il diritto di critica (anche a lui ma al netto di ingiurie e minacce) questo stato di cose al patron del Goa, evidentemente, non piace. E non piace a tal punto da ventilare il ricorso alla violenza fisica, per vendicare il reato di lesa maestà a danno del mito.

Io certamente, non ero l’oggetto delle attenzioni di Giancarlino ma provo per un attimo ad immedesimarmi nei panni delle vittime designate di quel linciaggio a mezzo Facebook: perchè diciamolo chiaramente, di vero e proprio linciaggio si è trattato.
Chi critica è solo invidioso, chi critica merita di essere “bastonato” oppure spedito nell’inferno dell’ esclusione a vita dal Goa.
Io, per esempio, sono stato nel mio post molto duro con la divinità Hawtin ma lungi da me l’essere critico per ragioni di invidia o di gelosia professionale: vi immaginate se dicessero che Marco Travaglioperseguita” mediaticamente Berlusconi perchè invidioso dei suoi miliardi?
Oppure che i giornalisti sportivi ce l’hanno con le star miliardarie del pallone perchè calciatori mancati?
Sciogliere nello stesso calderone il diritto di critica e l’invidia sociale, reale o presunta, è un vecchio trucco dialettico dei potenti, in questa circostanza, molto maldestramente agitato dagli adoratori di Richie Hawtin che hanno affollato il wall di Giancarlino per lapidare “l’invidioso di turno”.
Ma è importante ricordare a chi legge che la dialettica è il fondamento della democrazia e non c’è dialettica dove non c’è critica, quindi non c’è democrazia dove non c’è critica.
Soprattutto nella “fabbrica di sogni” di clubland, dove chiunque farebbe carte false pur di entrare a far parte dell’establishment.

Ma i sogni sono una cosa, la dura realtà un’altra; su una scena come quella italiana del clubbing, a volte funestata da episodi luttuosi e con regolarità da aggressioni e risse, l’ultima cosa necessaria è che un personaggio pubblico invochi spedizioni punitive ed aggressioni a danno di giornalisti ed opinionisti.
E’ inquietante e fa rabbrividire: cosa succederebbe se qualche squilibrato prendesse alla lettera le parole poco sagge di Giancarlino? Cosa succederebbe se davvero qualche clubber “militante” decidesse di “lavare la bocca” a chi osa mettere in dubbio il verbo (miliardario) del dio Hawtin?
O magari di pestarlo o bastonarlo, come auspica il patron del Goa?
Noi non vogliamo pensarci, io non voglio pensarci. E spero che il bersaglio degli anatemi di Giancarlino sia solo un’immagine confusa, un nemico immaginario creato dalla fantasia di una persona con poco contatto con la realtà. Altrimenti, come giustificare questa (inqualificabile) caduta di stile?
Già perchè se qualcuno concretizzasse davvero quei macigni, espressi con scarso senso della misura, chi ha scritto quello status porterebbe con sè una responsabilità morale enorme.

Massimiliano Sfregola