Lory D: This is the Sound of Rome

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Questo venerdì era presente al Circolo Culturale 010 di Genova (club che settimana dopo settimana sta conquistando sempre di più il pubblico e la critica) una delle leggende del panorama techno-elettronico italiano. Stiamo parlando di Lory D, un artista vero a 360 gradi, che dalla fine degli anni ‘80 ad oggi ha contribuito, e continua tuttora a farlo, all’evoluzione della scena nel nostro Paese. Parlando di Lory D nella sua veste di Dj/producer mi limito a ricordarvi che è stato uno dei fondatori della prima label techno della Penisola, la Sounds Never Seen ed uno dei primissimi Dj a fare un album per una major come la BMG. Lory ha inoltre musicato i film Scarlett Diva di Asia Argento e Almost Blue di Alex Infascelli. In queste righe che precedono la nostra bella chiaccherata (non ho mai riso tanto) vi voglio però parlare della persona Lory D, un ragazzo molto cordiale che, all’età di 38 anni, praticamente un adulto, ancora prova piacere a suonare e a vedere la gente che si diverte senza mai rincorrere il successo a tutti i costi.
Ecco com’è andato l’incontro:

Ciao Lory che ne dici di raccontarci dei tuoi inizi?

Non si può (ride)…è una storia troppo lunga…

Ve bene allora visto che sei stato uno dei primi Dj Techno italiani dicci in che modo hai scoperto la questo genere musicale e come questo è arrivato nel nostro Paese…

Ma tanto prima o poi sarebbe comunque arrivata….

Sicuro?

Assolutamente

Quando hai iniziato a fare il Dj?

A 17 anni.

E suonavi?

A casa..ahhahahahah

Ok, ma cosa proponevi?

Guarda, fino al 1987 suonavo rap nelle feste della scuola, poi nell’88 ho iniziato a mettere la prima house, quella più deep però, perché la Garage non mi piaceva tanto. E comunque prima di arrivare alla Techno mi piaceva la New Beat belga, subito dopo l’Acid e tutta la Chigago Trax.

In definitiva sei riuscito a seguire tutta l’evolzione musicale statunitense restando a Roma…

Sostanzialmente sì, poi comunque nel 1988 abbiamo iniziato ad organizzare le prime feste con l’influenza dei Warehouse inglesi proponendo appunto Acid, Deep e New Beat.

Insieme ad Andrea Benedetti hai fondato una delle primissime etichette Techno del panorama italiano, la Sounds Never Seen. Ci puoi raccontare come è nata questa avventura?

Mah, così….sentivo il bisogno di provare a comporre qualcosa di mio e mi sono appoggiato al loro studio per i primi due dischi. In seguito con un escamotage con la BMG sono riuscito ad avere un po’ di soldi per mettere su il mio studio personale.

Ti riferisci al tuo primo album Antisystem che oggi è un oggetto di culto tra i collezionisti?

Ahah sì esattamente, pensa che non ne ho neanche una copia per me.

Ecco parlaci del tuo esordio da produttore, come sei entrato in conatatto con i vari macchiari da studio?

Sin dagli anni ’80 a Roma c’è sempre stato un mercato di sintetizzatori analogici quindi è stato un passaggio abbastanza naturale. Pian piano mi sono procurato tutti gli struimenti di cui avevo bisogno.

Torniamo allora ad Antisystem: come ti ha scovato la BMG?

Eh, è tutta una storia…meglio che te la racconto un’altra volta ahahah

L’incontro con Aphex Twin:

Ciao ciao (ridiamo tutti)

Ok, ma ci piacerebbe sapere qualche dettaglio in più: quando vi siete incontrati per la prima volta?

Aphex è venuto a Roma la prima volta nel 1992 e siamo stati nel mio studio. Poi non so perché ci siamo rivisti solo dopo dieci anni, anche se più che altro con Grant (il socio di Aphex n.d.g.) piuttosto che con Richard che sta sempre chiuso in studio. Come tutti sanno è un personaggio un po’ strano. Sono seguiti alcuni contatti via mail ed infine si è giunti a stanpare il disco su Rephlex.

Farai altre collaborazioni con la scuderia di Aphex?

Per il momento sono fermo con le produzioni discografiche e mi limito a fare live in giro. Quando finirò il mio nuovo studio allora vedremo.

Tu hai musicato anche dei film (Scarlett Diva di Asia Argento e Almost Blue di Alex Infascelli), come ti sei trovato in questa nuova veste?

No comment, dico solo: Un grosso bacio e saluto ad Asia!!

Ma come! Non è stata forse un’esperienza positiva?

Sìsì, è stata positiva ma ripeto: no comment

E rispetto a fare musica da club come ti sei trovato?

Bene perché è stato divertente. Certo fare musica da suonare nei clubs è diverso: lo stimolo sta appunto nel fare dei dischi che poi ti metti in borsa per suonarli in giro.

Da un paio d’anni, dopo un periodo di “appannamento”, il tuo nome è tornato ad essere sulla bocca di tutti come ti trovi a stare nuovamente davanti al grande pubblico?

Beh qui c’è da fare un po’ di chiarezza: inizialmente a Roma con tutti i parties che organizzavamo la nostra fama ha raggiunto un apice per cui ci conoscevano ovunque, poi dopo quella fase c’è stato un naturale calo di popolarità. Ma non sono scomparso, ho passato un anno e mezzo in Veneto ed in Svizzera, dove con degli amici mettevamo su delle feste incredibili. Ti dico roba da grandi numeri ma senza mai una deriva commerciale. Le organizzavamo giusto per il gusto di suonare.
Sai si tratta del classico problema di suonare nei posti giusti. Come sai, c’è stato un periodo di ritorno alla Techno e all’Acid, che inizialmente però era troppo scolastico per i miei gusti. Questo mi ha spinto a cercare luoghi più stimolanti. A Roma comunque abbiamo aperto un sacco di clubs di successo, regitrando punte di 1500 persone ogni venerdì. Nel 1997 abbiamo dato vita ad una situazione chiamata Electro Acustic Music agli ex Magazzini, e proponevamo appunto Electro Techno andando avanti fino al ’98…

Quando nel resto d’Italia e d’Europa l’Electro avrebbe conquistato i dancefloors soltanto dal 2003…

Esattamente, ma sai se ti piace suonare te ne freghi di certi meccanismi, e poi c’è sempre tempo per fare le feste grosse…anche perché questo attuale è uno dei periodi migliori degli ultimi dieci anni.

Davvero?

Sì, perché finalmente che è diventato un fenomeno, non ti dico di massa, ma accettato dalla massa…ricercato evoluto…I “pischelli” stanno totalmente in fissa sia con le cose nuove che con le vecchie storiacce di ‘sta musicaccia e vogliono sapere tutto di tutto. Continuiamo quindi a divertirci molto.

Da dove continui a prendere ispirazione per i tuoi set?

Beh, io viaggio molto e quello che sento che mi piace poi lo propongo.

E a Roma com’è adesso lo scenario del clubbing?

Devi sapere che Roma è sempre stata una città molto attiva sin dal lontano 1988. Poi ci sono tanti Dj’s, alcuni dei quali sono diventati organizzatori di serate, per fare un esempio gente come Giankarlino e Coccoluto che hanno fornito con il Goa un contributo importante a tutto il movimento. Inoltre c’è pure tutto il discorso attorno ai centri sociali: c’era la Filtek, situazione un po’ estrema, poi il Brancaleone. Insomma a Roma ci sta un po’ di tutto, cosa abbastanza naturale essendo la Capitale.

Attualmente c’è un Dj che ti piace particolarmente?

Guarda ora come ora ci sono due Dj’s che mi piacciono molto che però sono ancora sconosciuti. Il primo si chiama Jack ed è scozzese di Glasgow, il secondo invece si chiama Dan. Questi ragazzi sono iper forti!!

Parliamo della serata che stai per affrontare. Come è strutturato il tuo live act?

Guarda uso ableton sul mio Mac con l’aiuto di un controller. Sostanzialmente suono le tracce che produco in studio.

In studio invece cosa usi di più? Software o Hardware?

Tutti e due indistintamente, sia singolarmente che gli uni insieme agli altri.

Un’ultima domanda di rito: quali sono i tuoi prossimi progetti?

Intanto voglio finire di allestire il mio nuovo studio, quindi produrre e stampare dei dischi nuovi.

Su quale etichetta?

Ci sono molti amici a cui mi piacerebbe dare una mano con i miei pezzi quindi vedremo.

E’ arrivato il momento di salutarci. Lory, credimi, è stato davvero un piacere grazie!

Grazie a voi.

Federico Spadavecchia

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